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martedì 1 Aprile 2025
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Buoni pasto: come funzionano, i formati e la disciplina fiscale

buoni pasto sono uno dei benefit aziendali più diffusi in assoluto. Si tratta infatti di una misura di welfare aziendale che viene scelta da moltissime aziende, in particolare da quelle che non gestiscono il servizio mensa.

Come tutti i benefit per dipendenti, anche questo strumento di welfare contribuisce a migliorare il benessere di tutti i collaboratori in quanto, oltre al beneficio economico in sé e per sé, semplificano il momento della pausa pranzo, migliorano il work-life balance e incentivano una maggiore produttività.

Proprio per la loro diffusione, è lecita una domanda sui buoni pasto: come funzionano?

Di seguito, quindi, saranno descritti la modalità di distribuzione, i formati, la disciplina fiscale e i benefici per aziende e dipendenti.  

Buoni pasto: la distribuzione

Diversamente da altre tipologie di benefit, i buoni pasto sono un incentivo che viene distribuito a tutto il personale aziendale (non rientra quindi tra i benefit meritocratici).

Ne hanno diritto tutti i lavoratori subordinati presenti in azienda, sia full-time che part-time, così come i lavoratori che operano in smart-working.

I buoni pasto possono essere utilizzati soltanto da chi ne è il titolare; non sono consentite la cessione a terzi, la commercializzazione e la loro conversione in denaro.

I formati dei buoni pasto

Esistono due tipologie principali di questi benefit: cartacei e digitali, molto simili ma distinti da caratteristiche importanti.

buoni pasto cartacei stanno progressivamente andando in disuso; ai dipendenti viene assegnato un carnet costituito da un insieme di matrici e dai buoni veri e propri ed è quest’ultimo che deve essere consegnato all’esercizio convenzionato.

buoni pasto digitali (o elettronici) sono quelli maggiormente diffusi. Ne esistono due formati: card e full online.

I buoni in formato card sono di fatto una carta prepagata dotata di chip elettronico, mentre quelli full online sono buoni virtuali utilizzabili con un’apposita app installata sullo smartphone.

Al di là della maggiore praticità dei buoni elettronici, questi ultimi sono caratterizzati da una disciplina fiscale più favorevole.

Disciplina fiscale

I buoni pasto non rientrano tra i redditi da lavoro. La loro disciplina fiscale varia a seconda che siano cartacei o digitali.

I primi beneficiano di una soglia di esenzione fiscale giornaliera di 4 euro, mentre per i secondi, la soglia è più alta: 8 euro al giorno a dipendente. Ne consegue che per quanto riguarda i buoni cartacei, la quota annua detassata è di circa 880 euro, mentre per quelli elettronici si arriva pressoché ai 1.760 euro.  

Qualora il datore di lavoro ne eroghi alcuni con un valore facciale superiore alla soglia di esenzione fiscale prevista, la quota eccedente concorrerà alla formazione del reddito.

Per quanto riguarda le aziende, i costi relativi ai buoni pasto sono deducibili al 100%. Per quanto riguarda l’IVA è prevista un’aliquota agevolata: 4%; nel caso dei modelli cartacei essa non è detraibile, mentre lo è nel caso di quelli digitali.

Come funzionano i buoni pasto elettronici?

Data la loro ampia diffusione, capire come funzionano i buoni pasto è molto importante. Fortunatamente il tutto è piuttosto semplice: l’azienda li acquista da una società emettitrice e le card saranno consegnate ai dipendenti che potranno utilizzare negli esercizi convenzionati.

Un esempio di questa tipologia di buoni è rappresentato dai Buoni Pasto Pluxee, disponibili sia in formato card che full online, utilizzabili per il pagamento di pranzo, spesa alimentare o acquisti di generi alimentari online in più di 100.000 locali, bar, ristoranti, gastronomie, supermercati ed e-commerce in tutta Italia.

La flessibilità di questi buoni è massima perché il dipendente può decidere come, dove e quando usarli.

Benefici per dipendenti e aziende

I buoni pasto sono un interessante strumento per il welfare aziendale. Per il dipendente sono un incentivo economico che, come abbiamo visto, è piuttosto consistente (quota annua detassata di 1.760 euro nel caso dei formati elettronici); come tali contribuiscono al miglioramento del benessere aziendale generale.

Per l’azienda, oltre al beneficio fiscale (deducibilità totale e IVA agevolata), i buoni pasto rappresentano anche uno strumento che, migliorando il benessere dei dipendenti, incentiva la produttività e migliora il tasso di fidelizzazione, riducendo il turnover aziendale e di conseguenza anche i costi legati alla formazione di nuovo personale.