TERMOLI. Lo stabile di via Dante è stato ripulito: muri deturpati, rifiuti abbandonati, scritte vandaliche. La sezione “antivandalismo”, attivata all’interno del settore Lavori pubblici, è intervenuta in tempi brevi, restituendo dignità a un angolo della città centrale e molto frequentato. Un intervento concreto, che però racconta di una situazione più profonda e preoccupante.
Nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale ha evidenziato come episodi simili – già registrati anche altrove, come nel caso delle panchine tecnologiche del parco – non siano isolati. Si tratta, purtroppo, di azioni ripetute che colpiscono il patrimonio urbano e rivelano un malessere più ampio: un disagio sociale ed educativo che si esprime attraverso la trascuratezza e l’atto vandalico.
L’istituzione di una squadra dedicata al pronto intervento ha rappresentato una risposta necessaria, nata dalla consapevolezza che il degrado chiama altro degrado, e che intervenire subito può fare da deterrente. Tuttavia, è stato riconosciuto che non si può soltanto rincorrere i danni: il vero cambiamento passa attraverso una cultura del rispetto e della responsabilità condivisa.
Nel cuore della città, il decoro urbano non è solo una questione estetica: è un simbolo del livello di civiltà, di rispetto reciproco, di partecipazione collettiva. I gesti quotidiani dei singoli cittadini – gettare un rifiuto a terra, scrivere su un muro, ignorare un arredo danneggiato – incidono sulla qualità della vita di tutti.
L’amministrazione ha espresso l’intenzione di lavorare a un regolamento specifico sul decoro urbano, come già fatto in molti altri Comuni italiani, che possa definire norme più chiare, responsabilità e sanzioni. Un primo passo per contrastare il fenomeno, ma anche per coinvolgere scuole, associazioni e famiglie in un percorso educativo duraturo.
Perché il decoro urbano, oggi più che mai, non può essere lasciato solo nelle mani delle istituzioni: è una battaglia che riguarda tutti.



