COLLETORTO. “Scatti di memoria” di Pasquale Ritucci, in onore di Sant’Antonio, riempiono di orgoglio l’intero borgo. Tra fede, tradizione e cultura del luogo sono dedicati ai colletortesi sparsi per il mondo
Momenti di gloria per Pasquale Ritucci grazie ai suoi “Scatti di memoria”. Forti emozioni e attaccamento allo spirito di una festa che coinvolge tutta la popolazione. Gli scatti di memoria si rivolgono ai compaesani vicini e lontani. Ad arte riempiono di buoni sentimenti la documentazione visiva locale. Nel repertorio delle immagini si avverte tanto amore schietto per il proprio paese. Ogni foto, come si vede dal reportage, e’ un atto d’amore per le proprie radici. Gli scatti tratteggiano nei dettagli i momenti della festa di Sant’Antonio di Padova.
L’itinerario colpisce. Lancia non pochi messaggi. Validissima la documentazione per immagini. In ogni scatto c’e’ l’essenza piu’ genuina della festa tradizionale. Nel silenzio si esalta il valore del sacro e la statua che lo rappresenta. Non manca la voce del cuore di cui ha bisogno ognuno di noi. Non solo. Ad ogni foto fa da cornice una visione d’insieme di certo vivace e suggestiva. Il patrimonio culturale del posto ritrova la sua armonia. A tratti viene esaltato nei toni e nei colori. Il racconto e’ felice. Negli scorci del borgo ognuno puo’ ritrovare i suoi ricordi e i luoghi del cuore tra non poche emozioni. Michele D’Onofrio, rientrato dagli Stati Uniti d’America, ci ricorda con commozione queste sensazioni che accompagnano la geografia dei luoghi che non si dimenticano mai. Sui gradini del tempo sono vive le stagioni passate e i riti di ieri. Il risveglio e’ forte. Grazie alle foto porta ad amare di piu’ il proprio paese. Anche quando i propri cari e gli amici non ci sono piu’. Gli scatti di Pasquale Ritucci fanno il giro del mondo grazie alla rete dei social. La passione porta l’autore a fissare per sempre il viso dei protagonisti al centro del rito. Il ritratto del giro processionale riempie d’orgoglio. Soddisfa il sapere.
Quando, in particolare, la processione si muove da un capo all’altro dell’abitato. Dalla Chiesa del Battista, nel cuore del borgo, a quella di Sant’Alfonso, ai piedi del “Colle” con la sua scenografica scalinata. L’itinerario tradizionale, dalla “Terra” al “Colle”, e’ un giro di fede, di arte, di storia e di piacevoli sensazioni. Il paese, raccolto intorno alla torre e ai suoi due campanili, offre una bellissima immagine inedita. La torre di Giovanna I d’Angio’ svetta sul borgo. Nel corso della festa le “pagnottelle” benedette vengo distribuite ai presenti. Ricordando che il pane e’ sacro. Non deve mai mancare. In particolare, a chi ha tanto bisogno. Sant’Antonio e’ protettore appunto dei poveri, dei cavalli e dei viaggiatori. Il giglio ne annuncia il candore. Nel corso del rituale religioso don Luigi ricorda non pochi valori. Colpisce il suo rassicurante sorriso in una delle foto piu’ belle. Dedicata alla benedizione dei bambini. Le emozioni, dentro e fuori dalla due chiese del paese, si esaltano. Nel sorriso c’è’ la gioia. L’essenza. Un invisibile sguardo al cielo.
C’e’ l’inno alla vita stracolmo di armonia. Una bella promessa. Da difendere ovunque con passione e devozione. Nell’ultima tappa della processione, il Santo, portato a spalle sui gradini di una lunga scalinata, abbraccia l’intero abitato. L’immagine e’ particolare. Di alto profilo. Regala un punto di vista inatteso in una suggestiva vetrina. Il suono della banda accentua questo momento. Intorno alle mura del monastero c’e’ tanta meraviglia. Il sacro e’ qui. Il bello pure. La festa li tiene insieme. In questo itinerario di vita e di fede ce lo ricorda con i suoi magnifici scatti Pasquale Ritucci.
Luigi Pizzuto





