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mercoledì 18 Giugno 2025
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Operazione “Dejavù”: le ramificazioni tra Puglia e Molise

CAMPOMARINO. L’operazione “Dejavù”, condotta dalla Polizia di Stato sotto il coordinamento della Procura di Foggia, ha inferto un colpo significativo alla rete di narcotraffico tra Puglia e Molise. Un’inchiesta lunga e articolata ha permesso di smantellare un sistema complesso e radicato, portando all’arresto di undici persone, quattro delle quali di origine o residenza molisana.

Il blitz è scattato all’alba del 6 giugno, con un’azione coordinata che ha visto coinvolte diverse squadre investigative. L’organizzazione criminale aveva affinato metodi sofisticati per sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine, utilizzando veicoli noleggiati e sistemi di comunicazione crittografati per garantire il trasporto sicuro di cocaina e hashish. Tra gli arrestati figurano un 36enne e un 39enne, entrambi nati a Termoli e residenti a Lesina, una 51enne originaria del Gargano e stabilitasi sulla costa molisana, e un 61enne di Apricena domiciliato a Campomarino.

L’indagine ha rivelato il vasto raggio d’azione della rete di narcotraffico, con attività distribuite su più province italiane. Le località maggiormente coinvolte includono Lesina, San Nicandro Garganico, Cerignola e Ruvo di Puglia, tutte collegate da un sistema di distribuzione meticolosamente strutturato. Secondo gli inquirenti, l’organizzazione operava attraverso una rete gerarchica ben definita, con referenti per la gestione della logistica, dello smistamento e delle operazioni finanziarie legate al commercio illecito.

L’operazione non solo ha permesso di interrompere il flusso di stupefacenti, ma ha anche messo in luce le connessioni tra il traffico di droga e altri reati, come estorsioni e violenze. Le autorità locali hanno evidenziato la necessità di interventi sempre più incisivi per contrastare la criminalità organizzata, puntando su strumenti investigativi avanzati e una maggiore cooperazione tra diverse procure e corpi di polizia.

Le indagini, tuttora in corso, mirano a identificare altri possibili responsabili e a ricostruire l’intero sistema di finanziamento della rete. Con l’ausilio di nuove tecnologie investigative, gli inquirenti stanno analizzando i flussi economici che alimentavano l’organizzazione, con l’obiettivo di colpire non solo i trafficanti diretti, ma anche coloro che ne garantivano la sostenibilità finanziaria.

L’operazione “Dejavù” rappresenta un segnale forte nella lotta contro il narcotraffico, dimostrando la determinazione delle autorità nel contrastare l’espansione delle attività criminali sul territorio. L’intensificazione dei controlli successivi al blitz punta a prevenire la formazione di nuove ramificazioni della rete smantellata e a tutelare la sicurezza pubblica, riducendo l’impatto sociale ed economico del traffico di stupefacenti nelle comunità locali.