GUARDIALFIERA. Intitolata a Francesco Jovine la Biblioteca di Palazzo Loreto. «La Biblioteca è il luogo in cui i morti aprono gli occhi ai vivi». Ed è anche la frase ad effetto scolpita sul frontale della biblioteca municipale di Murcia, nella Spagna meridionale. Guardialfiera – lunga di storia e di libri, di incandescenze e di emozioni, di passioni formative e intellettive, dopo anni di ottimizzazioni e di arricchimenti architettonici e logistici, ha ri-spalancato ieri il portone del gentilizio “Palazzo Loreto”, già visitato da Vittorio Sgarbi e definito da lui “l’ineffabile palagio”.
Ed è anche il luogo venerando di crescita di Vittorio Feltri, all’interno del quale gli verrà presto conferita la “Cittadinanza Onoraria”. La difficile situazione che vada traghettando e che – voglia Iddio sia sia solo momentanea – non mi ha consentito di intervenire alla cerimonia di inaugurazione e né conoscere i concetti raccontati. Amo, tuttavia, azzardare almeno talune personali riflessioni. C’è adesso a Palazzo Loreto, uno scrigno di libri curiosi, potenti, sorprendenti; pronti per essere sfogliati e letti in uno stato, quasi, di raccoglimento.
Leggere e rileggere, potrebbe essere lo slogan. Perché la lettura rappresenta l’alto esercizio capace di capire e praticare e valorizzare la parola ormai svalutata dal chiacchierio politico, pseudoculturale, grossolano e vacuo. Assaporare invece una pacata lettura, è divenuto esercizio raro poiché il nervo ottico mi sembra destinato a lavorare, quasi unicamente, per la Tv. La “parola” rimane, comunque, la spia più capace e più nitida per comunicare. Se si inceppa o si imbarbarisce, è perché la coscienza è vuota, la mente offuscata, lo spirito indifferente e la vita ingrigita. Gianfranco Ravasi, pensatore, scrittore, cardinale, così scriveva sul quarto di copertina del suo “Breviario laico” dell’anno 2006: In un mondo frettoloso, dove tutto è fluido, immediato, evanescente, si deve tornare alla capacità di pensare; al coraggio di sostare; all’impegno di scoprire e di leggere con pazienza e verità.
Vincenzo Di Sabato