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giovedì 19 Giugno 2025
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«Nessuno è intervenuto per aiutarci»: aggressione sul Corso e la folla che si scansa come se fosse a bordo ring

TERMOLI. Una serata tranquilla, una passeggiata con la famiglia lungo Corso Nazionale. Poi, l’incubo.
Sabato 14 giugno, intorno alle 00:30, un termolese di 37 anni, sua moglie e la figlia di nove anni sono stati coinvolti in una brutale aggressione, senza che nessuno tra i presenti muovesse un dito per aiutarli.

Tutto è iniziato davanti a un bar, dove un giovane, già noto per atteggiamenti provocatori, si è rivolto all’uomo con insulti e frasi sarcastiche. Alla richiesta di smetterla, la risposta è stata una minaccia: «E sennò che mi fai?».

La famiglia ha cercato di allontanarsi, ma l’aggressore li ha seguiti con fare minaccioso. Poi, il colpo alle spalle, improvviso. «In pochi istanti, qualcuno mi ha colpito», racconta il 37enne. «Sono caduto a terra, poi pugni, strattoni. Cercavo di difendermi, mentre mia moglie piangeva e mia figlia veniva colpita involontariamente».

IL SILENZIO DELLA FOLLA
Attorno a loro, i tavolini dei bar, negozi aperti, famiglie a passeggio. Ma nessuno è intervenuto. «Nessuno ha fatto nulla. Nessuno ha cercato di fermarlo», dice l’uomo. Le urla si sono levate nella notte, ma nessuno si è mosso.
E poi, un nuovo brivido: «Fatti sotto!» ha gridato il giovane, facendo il gesto di estrarre un coltello. «Mi sono accorto che il mio aggressore era il ragazzo che poco prima nel bar aveva avuto nei miei confronti un atteggiamento provocatorio».

Le conseguenze fisiche sono pesanti: dolori alla nuca, al volto, un pugno che ha rotto alcune capsule dentarie. Anche la bambina ha riportato abrasioni. Ma il dolore più grande è quello psicologico. «La paura che spero non lasci conseguenze sulla salute di mia moglie», confida il 37enne, parlando degli attacchi d’ansia che hanno seguito l’aggressione.

DOV’È LA SOLIDARIETÀ?
Non è solo la violenza a fare male. È il silenzio. L’apatia di chi ha assistito senza intervenire. «A cosa serve vivere in una comunità se nessuno si sente responsabile dell’altro?»

L’arrivo dei soccorsi e delle forze dell’ordine ha posto fine alla violenza, ma non al senso di solitudine vissuto da chi ha subito l’aggressione. «La violenza fa male, ma il silenzio di chi guarda senza agire fa ancora più paura».