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domenica 2 Novembre 2025
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«Noi siamo vincenti», verso la seconda prova della maturità: speranze e timori all’istituto Alberghiero

TERMOLI. All’uscita dell’Istituto Alberghiero, i volti dei maturandi raccontano molto più di quanto possano fare le parole. C’è chi sorride con sollievo, chi si abbraccia agli amici, chi guarda già avanti, verso la prossima tappa. Ma una cosa è chiara: oggi non è stato solo un compito, è stato un passaggio, un rito, un confine tra ciò che si era e ciò che si sta diventando.

“Ho scelto la traccia sul rispetto… perché ne abbiamo bisogno, perché ne vedo troppo poco in giro. E perché, anche nella mia città, ci sono troppe storie che parlano di violenza, di mancanze, di disuguaglianze.”

Così ci racconta una studentessa all’uscita. Lo dice con una voce ferma, come chi ha capito che scrivere un tema può anche essere un atto politico, civile, personale. Parlare di rispetto, oggi, significa parlare del presente e del futuro. Della scuola, della famiglia, delle donne, delle relazioni. E questi ragazzi, con le loro esperienze e le loro consapevolezze, hanno scelto di mettersi in gioco.

C’è anche chi ha scelto la traccia dedicata a Paolo Borsellino, il giudice ucciso dalla mafia, e l’ha collegata al territorio, alla realtà che vive ogni giorno.

“C’è ancora tanta criminalità, anche qui. Parlare di Borsellino è stato un modo per dire che non ci sta bene, che non vogliamo abbassare la testa.”

Le loro voci sono semplici, ma autentiche. Hanno passato una notte tranquilla, ci dicono. Nessuna ansia. Nessuna corsa all’ultimo ripasso. Forse perché sanno che l’esame non è un mostro, ma una sfida. E che la vera maturità non si misura con un voto, ma con la consapevolezza con cui si affrontano le cose.

“Sono tranquillo anche per l’orale. So chi sono, so cosa ho studiato. Non mi serve altro.”

Un’altra ragazza, invece, confessa un po’ di paura per il colloquio, per quella parte “a sorpresa” dove bisogna collegare concetti, immagini, idee. Ma poi si ferma, ci pensa un attimo, sorride e dice:

“Però ce la farò. Speriamo bene, dai.”

E in quella frase c’è tutta l’umanità di questa generazione. Quella che studia in silenzio, che non fa rumore, che spesso viene sottovalutata. Ma che oggi ha riempito fogli con pensieri potenti, profondi, maturi. Non serve altro per capire che sono già oltre.

All’Istituto Alberghiero di Termoli oggi è andata in scena una lezione che non stava nei libri: quella del coraggio, della consapevolezza, della voglia di futuro.
E se questo è solo l’inizio, allora possiamo stare tranquilli. Il domani è in buone mani.