TERMOLI. Non si ferma la battaglia legale attorno all’area camper di Rio Vivo: il Comune di Termoli torna all’attacco e rilancia il caso davanti al Consiglio di Stato.
Al centro della disputa ci sono due particelle di terreno – le famose 28 e 29 del foglio catastale 32 – che da anni dividono Palazzo Sant’Antonio e le famiglie B. e R., queste ultime convinte di avere il diritto di proprietà e decise a far valere le proprie ragioni.
Dopo anni di carte bollate e sentenze, il TAR Molise ha gettato la spugna, dichiarandosi non competente e lasciando sospeso il destino della vicenda in attesa del verdetto della Cassazione.
Ma il Comune, su consiglio dell’avvocata Ernestina Piscopo, ha deciso di non attendere passivamente: l’ordinanza del TAR verrà impugnata, nella speranza che il Consiglio di Stato riapra il gioco.
La giunta Balice ha dato l’ok all’appello, attingendo alle risorse destinate alle spese legali e confermando la fiducia alla stessa legale.
Sullo sfondo, una questione che va oltre la giurisprudenza: chi ha davvero il diritto di decidere il destino di un’area che, oltre ai codici e ai catasti, riguarda il cuore della città e la sua vocazione turistica.


