PETACCIATO. Sulle strade assolate dell’Adriatico, tra il blu del mare e il verde dei cuori, viaggia una storia che non si legge nei libri, ma si scrive con le gambe, con la pelle, con l’anima. È quella di Dade, un bambino di sei anni di Riccione, e di suo padre Simone: un piccolo eroe e un grande papà, legati da un filo invisibile fatto di coraggio, rarità e amore assoluto.
Ringraziamo Gianna Di Lena per il supporto tecnico.
Affetto da una malattia genetica rarissima, la KIF5C – che nel mondo colpisce solo 40 persone, e in Italia una sola – Dade ha deciso di non restare fermo. Anzi, ha scelto di andare lontano. Così, il 16 giugno 2025, è partito un viaggio epico: 959 chilometri in cargo-bike, 94 comuni da attraversare, cinque regioni da abbracciare, e un solo obiettivo – seminare speranza.
Petacciato: quando una comunità diventa famiglia
Venerdì 20 giugno, l’onda della solidarietà ha travolto anche Petacciato. Lì, davanti alla Casa Comunale, la cittadinanza ha accolto Dade e Simone come si accolgono i sogni belli: con rispetto, calore e gioia autentica. Il simbolo che accompagna questo viaggio – il Delfino Magico Hope – è il totem di una fantasia potente, capace di trasformare la fatica in sorriso, e il dolore in fiaba.
Non è mancato il gesto più bello: decine di biciclette si sono unite alla corsa, per un tratto di strada da pedalare insieme. Perché la speranza, quando è condivisa, si fa più leggera da portare.
In prima linea, chi cura con il cuore
Accanto a loro, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Campobasso-Isernia e i volontari di CIVES hanno tessuto la trama della consapevolezza. Hanno parlato di numeri – 36 milioni di europei coinvolti dalle malattie rare, 2 milioni solo in Italia – ma soprattutto hanno parlato di persone. Di bambini come Dade, che chiedono più ricerca, più ascolto, più umanità.
Come ha sottolineato Mariacristina Magnocavallo, presidente OPI, “rendere visibile ciò che è invisibile è il primo passo per cambiare le cose”.
La vera magia è crederci insieme
“Questo viaggio – ha detto il sindaco Antonio Di Pardo – ci ricorda chi siamo quando scegliamo di esserci. Quando apriamo le porte, scendiamo in strada, offriamo tempo e cuore.”
È proprio questo il segreto: trasformare l’indifferenza in partecipazione, l’ostacolo in occasione, la malattia in missione. E Dade lo fa con lo sguardo innocente di chi non conosce limiti, e Simone con la forza discreta di un padre che ha deciso di non aspettare la speranza, ma di rincorrerla.