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giovedì 31 Luglio 2025
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Un viaggio tra storia e fede coi libri di Cavallo e Mammarella

LARINO. Il Lions Club di Larino e l’assessorato comunale alla Cultura della città frentana hanno organizzato una cerimonia per presentare, lunedì 30 giugno scorso, nella sala conferenze del Palazzo Ducale, un volume di Salvatore Primiano Cavallo legato a una corrispondenza intercorsa nel 1735 tra Lesina e Larino, e un saggio di Giuseppe Mammarella sullo scoprimento dei resti mortali del grande navigatore genovese, avvenuto a Santo Domingo nel 1877, alla presenza di un futuro Vescovo di Larino.

Il libro dello studioso lesinese Salvatore Primiano Cavallo, già proposto nella sua città esattamente un mese fa, è frutto di un attento esame (trascrizione integrale, commento e parafrasi) di una lettera scritta nel 1735 dall’Arciprete di Lesina don Vito Trojano al Vescovo di Larino mons. Giovanni Andrea Tria, per informarlo sul culto praticato a Lesina verso i primi due martiri larinesi, Primiano e Firmiano, patroni principali della bella località lagunare fin dal IX secolo.

Il corposo documento, custodito nell’Archivio Storico Diocesano di Termoli-Larino, ha consentito a Cavallo di porre in evidenza interessanti dati legati alla religiosità del Settecento a Lesina.

“L’Autore – scrive Antonio Fernando Lombardi nella sua pregevole postfazione – tratta nel suo volume un argomento spiritualmente avvincente, che costituisce anche un’impresa storico-archivistica non delle più semplici […]. Ed è un passo, questo, che l’Autore ha saputo compiere, come in altre sue opere, oltre che con amore, anche con umiltà e impegno, pensando e allestendo una pubblicazione singolare, dalla quale tanti studiosi trarranno informazioni […]”.

Il volume, oltre alla postfazione di Lombardi, si avvale della prefazione di Giuseppe Mammarella, Ispettore Archivistico Onorario per l’Abruzzo e il Molise, e della presentazione di Giuseppe Di Perna, Presidente del Centro Studi per il Medioevo di Capitanata e Mezzogiorno d’Italia.

Il saggio di Giuseppe Mammarella, intitolato “Un Vescovo di Larino e le ceneri di Cristoforo Colombo”, apparso per la prima volta sull’Almanacco del Molise del compianto Enzo Nocera nel 1990, è stato recentemente ristampato in estratto dal Lions Club larinese. Lo stesso sodalizio aveva curato, nel 1990, la produzione di duemila copie del primo estratto, da tempo completamente esaurite.

Lo studio fu presentato personalmente da Mammarella, nell’estate del 1990, al noto politico e storico Paolo Emilio Taviani, considerato il massimo studioso delle questioni colombiane, il quale apprezzò il lavoro e donò in cambio all’autore l’opera “I viaggi di Colombo. La grande scoperta”, impreziosita da una speciale dedica posta sul frontespizio del primo volume.

Mons. Bernardino Di Milia, Vescovo di Larino dal 1891 al 1910, prima di giungere nella città frentana fu segretario di mons. Rocco Cocchia, Delegato Apostolico a Santo Domingo, Haiti e Venezuela dal 1874. Rientrato in Italia nel 1883, gli succedette proprio mons. Di Milia, che proseguì l’opera diplomatica del predecessore.

Nel 1877, durante i lavori di restauro della cattedrale di Santo Domingo, alla presenza anche di mons. Cocchia e mons. Di Milia, fu ritrovata un’urna in metallo contenente le spoglie mortali di Cristoforo Colombo.

La notizia giunta in Italia suscitò grande interesse, e furono avanzate richieste di ricevere frammenti ossei del celebre navigatore. Le autorità religiose di Santo Domingo acconsentirono, tra cui anche quella proveniente dall’Università di Pavia, dove si ritiene che Colombo abbia appreso le prime nozioni di nautica.

Il 4 agosto 1880, fu proprio mons. Di Milia a consegnare la reliquia a Pavia durante una solenne cerimonia. Nella seconda metà dello stesso mese, un’altra reliquia fu recapitata, sempre da lui, anche in Vaticano per Papa Leone XIII.

Sull’eccezionale scoperta, mons. Cocchia pubblicò diverse opere, tra cui:

  • Descubrimiento de los verdaderos restos de Cristobal Colon… (Santo Domingo, 1877)
  • Los restos de Cristobal Colon… (Santo Domingo, 1879)
  • Cristoforo Colombo e le sue ceneri (Chieti, 1892)

Anche la città di Siviglia, dove nel 1899 fu eretto un monumento funebre nella cattedrale, rivendica il possesso delle spoglie di Colombo. Tuttavia, Paolo Emilio Taviani, nella sua opera “I viaggi di Colombo. La grande scoperta”, conclude:

“Come in occasione della nascita, così anche per la morte di Cristoforo Colombo, la forza della mitologia e le sortite dei dilettanti hanno moltiplicato i parti d’ipotesi fantasiose […]. Noi riteniamo che ciò che rimane del corpo del grande navigatore si trovi nel sepolcro di Santo Domingo” (Istituto Geografico De Agostini, vol. II, 1984, p. 321).