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sabato 2 Agosto 2025
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“Il Castello di Termoli”, si svelano le nuove indagini

TERMOLI. Il Castello di Termoli, definito solitamente federiciano, in realtà è il prodotto di diversi interventi mirati a progressivi aggiornamenti funzionali. Le origini del centro fortificato sembrano potersi riferire all’epoca del fenomeno dell’incastellamento facilitato dalla presenza di importanti assi viari costieri e di penetrazione verso l’interno e di rapporti con le isole Tremiti e la costa dalmata. L’architettura fortificata presenta certamente singolarità che la rendono peculiare rispetto ad altre: la perfetta aderenza al territorio in cui si trova, la massima resa possibile in termini di funzionalità e affidabilità, l’obbligo a una progressiva “aggiornabilità” in conseguenza delle diverse sollecitazioni esterne che nel tempo possono presentarsi.

Una data importante per la storia della costruzione (o ricostruzione) sembra essere il 1247 forse a seguito dei danneggiamenti alla precedente fabbrica causati dalla flotta veneziana (1240). Vista l’importanza acquisita tra i secoli X e XI, la città aveva avuto una più antica cinta muraria. Interventi significativi successivi sono riferibili al 1456 (terremoto) e post 1567.

Il modello architettonico a cui solitamente si fa riferimento è il mastio (donjon) normanno. Il profilo della torre parallelepipeda sovrapposta a una base piramidale troncata non è certamente unico ma a Termoli è comunque singolare. La costruzione di torri angolari sporgenti sullo spigolo formato da due cortine murarie contigue deve aver richiesto abilità non indifferenti per risolvere problemi costruttivi di un certo impegno.

Una estesa campagna di rilevamenti del castello è stata effettuata durante i lavori di restauro negli anni ’93-96. Successivamente, in diverse occasioni, i risultati allora ottenuti sono stati verificati e ulteriormente approfonditi quando il castello è diventato sede di un cantiere-scuola per gli studenti del Corso di Restauro Archeologico dell’Università di Firenze, che ha favorito insolite esperienze di lavoro sul campo.

In sintesi, le indagini hanno individuato queste fasi: 1- tracce di un insediamento dell’età del bronzo finale; 2- non definibile; 2a- (VIII-X secolo) pozzo e fornaci, edificio quadrangolare in mattoni; 3- (XII secolo, epoca normanna) mastio in mattoni, cisterna centrale, resti di opus gallicum nel bastione; 4- (epoca federiciana) mastio parallelepipedo in pietra sovrapposto alla base della scarpata, cisterna nord, “torri cavaliere”; 5- (dopo il XIII secolo) prime trasformazioni delle strutture federiciane; 6- (dopo il 1456) riparazione dei danni sismici e adattamento delle difese; 7- (XVI-XVII secolo) trasformazioni e adattamenti a fini residenziali; 8- (fine XIX-inizio XX secolo) trasformazioni funzionali.

Il modello a cui si fa riferimento di solito per il castello termolese è il donjon normanno mentre l’edificio più affine a quello termolese sembra essere il palatium di Lucera. E.Bertaux (1904) aveva ritenuto il castello termolese talmente ben conservato da suggerire una idea abbastanza precisa di quello di Lucera. A.Haseloff (1920), invece, nutriva forti perplessità sulle idee del Bertaux ribaltando semmai i rapporti di dipendenza. La presenza di opere fortificate a donjon in Molise comprende esempi a pianta quadrilatera e circolare che saranno più frequenti in epoca angioina. Forti dubbi permangono  a proposito delle torri “a cavaliere” circolari angolari o di cortina, una soluzione di grande interesse costruttivo e funzionale. Un efficace apparato a sporgere capace di assicurare una buona copertura per il tiro di infilata pur conservando un’ottima funzionalità per quello piombante.

I risultati di nuove indagini sul Castello di Termoli sono raccolti in un volume curato da Luigi Marino con il contributo di altri docenti dell’Università di Firenze e pubblicato da Regia Edizioni. Costituiscono un punto di sintesi di informazioni frammentate e disperse ma anche suggerimenti per la definizione di rinnovati orizzonti di ricerca e più efficaci procedure conservative.

Il volume sarà presentato il prossimo martedì, 29 luglio, (ore 18:) al Cinema Sant’Antonio.