TERMOLI. Il Comitato San Timoteo torna a far sentire la propria voce, con fermezza e preoccupazione, dopo la diffusione di informazioni che confermano un imminente ridimensionamento dei servizi sanitari nel Basso Molise. Una nuova battaglia si profila all’orizzonte, mentre riaffiorano timori già noti ai cittadini: la lenta e progressiva spoliazione dell’Ospedale San Timoteo.
«Abbiamo appreso, con chiarezza sconcertante, che entro maggio 2026 dovrà essere chiuso il reparto di Emodinamica dell’ospedale San Timoteo di Termoli.
Non un’ipotesi, ma una decisione già formalizzata nell’ultimo verbale dell’incontro dell’8 maggio scorso, al Tavolo tecnico tra la delegazione sanitaria regionale e i rappresentanti dei Ministeri della Salute e del MEF.
Il Comitato torna a far sentire la voce per ricordare, con profonda fermezza, che il diritto alla salute non è una concessione, ma una garanzia costituzionale. Ed è proprio questo diritto che, ancora una volta, viene messo seriamente in discussione nel nostro territorio.
Non è la prima volta che accade, ma oggi la misura è colma.
Già subito dopo quell’incontro, si rincorrevano voci insistenti e preoccupanti su un aut-aut da parte dei tecnici ministeriali: chiudere un punto nascita e un reparto di emodinamica in Molise. E guarda caso, a subire le conseguenze di questa scelta sarebbero proprio due presidi strategici per la sanità molisana su cui, da decenni, si regge l’assistenza sanitaria pubblica nelle rispettive aree di riferimento: il San Timoteo di Termoli e il Veneziale di Isernia.
Questo succede mentre, proprio al San Timoteo, si cominciava finalmente a vedere un timido ma concreto segnale di ripresa: primari capaci, stimati, presenti in reparti chiave come Ortopedia, Ginecologia, Cardiologia, Medicina interna, Chirurgia, Radiologia, Otorino, e una Direzione Sanitaria che dà ordine e visione.
Questo significa migliore qualità dei servizi. Significa mobilità attiva in crescita. Significa meno cittadini costretti a curarsi fuori regione, con un impatto finalmente positivo anche sul bilancio regionale della sanità. Un primo e significativo segnale di speranza.
A tutto questo si deve aggiungere un’altra opportunità concreta di rilancio: nuove risorse economiche assegnate dal Governo al Molise con la Legge finanziaria del 2025: 20 milioni in più dal fondo sanitario nazionale, 90 milioni (45 per ciascun anno, 2025 e 2026) che rappresentano un’occasione preziosa per ridurre il debito e riportare finalmente in equilibrio la gestione sanitaria. È questa la via maestra per uscire, dopo oltre 16 lunghi anni, dal commissariamento che opprime il sistema sanitario regionale, ostacola la crescita economica e il futuro del Molise.
Ma, malgrado tutto questo, il nostro servizio sanitario è ancora afflitto da gravi criticità strutturali: carenze croniche di personale, difficoltà nel servizio di emergenza-urgenza e nel 118, liste d’attesa interminabili, reti tempo-dipendenti disorganizzate, un debito sanitario ancora oggetto di verifica da parte di una società esterna, e una riorganizzazione ospedaliera che continua ad avanzare senza una visione condivisa, talvolta ipotizzando persino nuove forme di collaborazione pubblico-privato, senza che vi sia chiarezza e dovuta condivisione. Tutto questo mentre il comparto sanitario assorbe il 70-80% dell’intero bilancio regionale, condizionando di fatto la stessa esistenza e l’autonomia del Molise. È grave, gravissimo! Non è più concepibile mantenere cittadini, comunità intere, imprenditori, giovani e famiglie, sospesi e in una attesa che si trascina da anni: un limbo inaccettabile!
Per questo il Comitato San Timoteo ribadisce, con determinazione e senso di responsabilità, ciò che affermiamo da tempo, e che oggi, ancora più di ieri, si dimostra l’unica via percorribile: ottenere l’emanazione da parte del Governo centrale del famigerato Decreto Molise, un provvedimento straordinario che consenta le deroghe necessarie al DM 70/2015, il cosiddetto decreto Balduzzi. Parametri rigidi, pensati per grandi realtà urbane, che non tengono in alcun modo conto della nostra geografia, della nostra demografia, della nostra realtà.
Questa proposta, è bene ricordarlo, è nata dal nostro Comitato, ed è stata formalmente sottoscritta da tutti i rappresentanti istituzionali molisani nel 2022, in occasione delle elezioni politiche. È stata allora pienamente condivisa e formalmente sottoscritta da tutta la delegazione parlamentare molisana, da esponenti di governo, segretari e dirigenti di partiti e coalizioni. Impegni ribaditi e riconfermati più volte da parlamentari, forze politiche, rappresentanti di governo. Tutto ciò non può restare lettera morta!
Il Molise ha diritto a risposte serie, stabili e definitive. Non a palliativi, non a soluzioni di comodo.
I fatti di oggi lo dimostrano e ci fanno ribadire che la soluzione è politica!
I tecnici, siano essi ministeriali, commissari o direttori generali, per quanto competenti e necessari, applicano norme. Ma il compito di riscrivere quelle norme, quando risultano ingiuste o inadeguate, spetta alla Politica, quella con la P maiuscola.
È per questo che rinnoviamo, con determinazione e spirito costruttivo, il nostro fermo appello a tutta la classe politica e amministrativa del Molise, affinché si faccia carico, unita e compatta, al di là delle appartenenze e colori, di questa battaglia fondamentale per i molisani. Basta temporeggiare. È tempo di mostrare capacità e forza politica. Si onorino gli impegni presi, dando una risposta concreta al diritto alla salute e dignità a questa terra.
Perché diversamente, lo sappiamo bene, si continuerà a vivere nell’incertezza. E si continuerà ad alimentare una sfiducia che rischia di diventare irreversibile. Noi faremo in modo che ciò non accada.
Il Molise merita rispetto. Il San Timoteo merita futuro. I cittadini meritano risposte. Il Comitato continua nell’impegno affinché ciò possa accadere».