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venerdì 22 Agosto 2025
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Incontro di popoli e tradizioni sulla Scalinata del Folklore

TERMOLI. L’eco della “Gente di mare”, i fuochi d’artificio e persino un dj set improvvisato sul palco. Si è conclusa in festa la 40esima edizione del Festival internazionale del Folklore e della cultura marinara di Termoli, che da venerdì a ieri sera, ha gremito non solo l’omonima “Scalinata”, ma calamitato parte del centro, sia in via Aubry che sul Belvedere del borgo antico.

Una edizione particolarmente riuscita, con la presenza di 3 gruppi italiani (venerdì e sabato Spigno Saturnia e Alatri), tra cui gli organizzatori de ‘A’ Shcaffètte, che si sono esibiti ieri sera e quattro stranieri, di cui 3 europei, Romania, Georgia e Repubblica Ceca, e il Messico, proprio a queste cinque compagini è stata riservata la serata finale, condotta da Sabrina Barile, dopo i saluti iniziali del presidente Domenico Senese e del sindaco, Nico Balice.

Ieri sera abbiamo trasmesso gran parte della manifestazione in diretta social.

Si è appena spenta l’eco degli ultimi applausi, ma le emozioni della 40ª edizione del Festival Internazionale del Folklore e delle Culture Marinare di Termoli vibrano ancora nell’aria della città. Per tre sere, tra l’8 e il 10 agosto 2025, la celebre Scalinata del Folklore si è confermata crocevia di culture e cuore pulsante dell’estate termolese, regalando uno spettacolo che ha saputo intrecciare tradizione, internazionalità e la profonda anima marittima di Termoli.

Oltre ogni aspettativa, i gruppi provenienti da Georgia, Messico, Repubblica Ceca, Romania e da diverse regioni italiane hanno incantato il pubblico con performance coinvolgenti, in cui danze e musiche tradizionali sono diventate ponte tra mondi diversi ma accomunati dalla forza della memoria e dal desiderio di scambio. A rendere ancora più speciale la manifestazione è stato il ruolo insostituibile del gruppo “A Shcaffètte”: con costumi marini curati nei minimi dettagli e coreografie evocative, hanno fatto rivivere la storia della pesca e della città, celebrando la saggezza e la fatica degli uomini e delle donne di mare. Le sfilate nel borgo antico, colorate e gioiose, hanno invaso le strade storiche, restituendo a Termoli il suo profilo più autentico di “Città del Folklore”.

Il festival non è stato solo spettacolo: la grande partecipazione degli spettatori, il coinvolgimento delle scuole, delle associazioni e delle istituzioni — Comune, Regione Molise e Federazione Italiana Tradizioni Popolari in prima linea — hanno contribuito a creare un’atmosfera accogliente, riflesso di una comunità che sa unirsi intorno ai propri valori. L’impeccabile organizzazione, attenta tanto all’accoglienza dei numerosi ospiti quanto alla sicurezza, è apparsa evidente in ogni dettaglio e ha permesso alle serate di scorrere senza intoppi, in piena serenità.

Al centro di tutto, però, resta la missione universale del festival: quella di promuovere la pace, la solidarietà e il dialogo attraverso la cultura popolare. Quest’anno più che mai, la multiculturalità non si è limitata al palcoscenico, ma si è affermata come risorsa concreta per la crescita del territorio — sociale, culturale ed economica — lasciando tracce indelebili nel tessuto della città. Gli ospiti stranieri, protagonisti anche di eventi collaterali e incontri fuori scena, hanno arricchito la comunità con nuove prospettive e legami destinati a durare oltre la durata della manifestazione.

Lo scambio di doni tra i gruppi, nel gran finale scandito da musica e sorrisi, non hanno segnato solo la chiusura di una rassegna, ma hanno suggellato il successo di un rito collettivo che si rinnova anno dopo anno. La 40ª edizione lascia in eredità non solo splendide fotografie e ricordi, ma soprattutto la consapevolezza che la cultura, quando è vissuta con passione e apertura, serve a costruire ponti capaci di superare ogni confine.

La serata è stata inaugurata con la sfilata partita dal borgo antico, che ha percorso il centro, fino all’arrivo in via Aubry.

Mentre Termoli si risveglia al ritmo silenzioso delle onde del suo mare, già si avverte la voglia di guardare avanti. L’attesa è per la 41ª edizione, con la certezza che la città continuerà a essere presidio vivo di identità e dialogo, dove ogni gesto, ogni ballo, ogni nota diventa promessa di un futuro condiviso, all’altezza della sua storia e della sua vocazione all’incontro.