TERMOLI. Incontriamo al parco “Girolamo La Penna” un vecchio e carissimo amico, nonché bandiera del calcio termolese.
L’epopea alla quale appartiene Bruno Salemme è quella tra gli anni Sessanta e Settanta, quando il calcio era fatto di passione.
Un regista classico, faro illuminante del centrocampo da dove partivano inviti agli attaccanti per andare liberamente in gol, lo chiamavano il Rivera di Posillipo, il suo paese di origine.
Bruno arrivò a Termoli per vestire la casacca giallorossa nell’estate 1969 (66 anni fa) e da allora Termoli è stata la sua seconda città. A Termoli arrivò con un suo amico nati a poche centinaia di metri l’uno dall’altro in pratica un fratello, Franco Cammarota che purtroppo ci ha lasciati lo scorso anno.
Erano una coppia da sballo, sulla fascia come ala destra Cammarota non lo fermavano nemmeno con le cannonate, lui Bruno l’elettricista, perché quando la partita si oscurava nel gioco arrivava lui e riattivava la luce in campo.
Oggi Bruno è un tranquillo 85enne che non segue il calcio moderno, anzi ha proprio cambiato sport e chi glielo ha fatto cambiare sono state le performance fin da piccola importanti di sua nipote Giulia Vetta, oggi 21enne, e istruttrice di tennis.
Bruno il tennis lo ha sempre praticato anche quando giocava a calcio solo che da quando è stato costretto ad abbandonarlo per colpa di un grave incidente, ha deciso di seguire le gesta tennistiche.
Il Termoli di Bruno Salemme: Maresca, Cinquepalmi, Orioli, Giglioli, Falaschetti, Ascatigno, Murador, Schiazza, Antrone, Cammarota, Salemme, Azzoni e Alfieri, Andrea Di Siena e molti altri ancora.
Michele Trombetta