TERMOLI. Non bastavano le chiamate truffaldine. Ora i malintenzionati hanno alzato il tiro passando a e-mail e perfino PEC che simulano comunicazioni ufficiali del Ministero dell’Interno e della Polizia di Stato.
In questi giorni diversi cittadini hanno ricevuto un documento dal titolo “Convocazione giudiziario”, firmato digitalmente con il nome del Capo della Polizia Vittorio Pisani. Un atto che sembra credibile a prima vista, ma che in realtà è un falso ben costruito: errori giuridici, indirizzi inventati e procedure inesistenti ne rivelano la natura truffaldina.
Il meccanismo è sempre lo stesso: spaventare il destinatario con accuse gravissime (pedopornografia, esibizionismo, pornografia online) e convincerlo a rispondere via mail entro 72 ore “spiegando l’accaduto” per evitare sanzioni. In realtà, chi risponde rischia di cadere nella trappola dei truffatori e di fornire informazioni sensibili.
Lo scopo è quello di causare nel destinatario uno stato di agitazione e di indurlo a ricontattare il truffatore inviando le proprie giustificazioni.
Dopo aver dato seguito alla richiesta, il truffatore chiederà alla vittima il pagamento di una somma di denaro per evitare l’arresto.
La Polizia di Stato ricorda che non invia mai convocazioni o atti giudiziari tramite e-mail o PEC. Qualsiasi notifica ufficiale avviene solo attraverso canali certificati (ufficiali giudiziari, raccomandate A/R, piattaforme governative).
Cosa fare:
- Non rispondere e non inviare dati personali.
- Non cliccare su eventuali link o allegati.
- Segnalare l’accaduto alla Polizia Postale
Ancora una volta, il consiglio è chiaro: diffidare, verificare, segnalare.
