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lunedì 27 Ottobre 2025
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Una mensa buona da pensare, buona da mangiare

A Termoli esperti e amministratori a confronto sul futuro della ristorazione scolastica sostenibile. Al centro: cibo locale, educazione e comunità

TERMOLI. Restituire valore al cibo, alla sua provenienza e al paesaggio che lo genera. È con questo spirito che si è svolto venerdì pomeriggio, 24 ottobre, nella sala consiliare del Comune di Termoli il convegno «Una mensa buona da pensare, buona da mangiare», promosso da Arsarp, Regione Molise e Comune di Termoli, con il supporto dell’assessorato regionale all’Agricoltura e dell’Assessorato comunale alle Politiche sociali.

Un incontro che ha riunito esperti, amministratori, docenti e genitori per riflettere sul futuro della ristorazione scolastica sostenibile, in linea con quanto previsto dal Decreto interministeriale del 18 dicembre 2017, emanato dal Ministero delle Politiche Agricole in collaborazione con il Miur e il Ministero della Salute.


Pietroniro: «Restituire valore al cibo e al paesaggio che lo genera»

A moderare i lavori è stata Loredana Pietroniro, funzionaria Arsarp, che ha illustrato le finalità dell’iniziativa:
«L’iniziativa nasce dall’urgenza di restituire valore al cibo, alla sua provenienza e al paesaggio che lo genera, con l’obiettivo di promuovere una ristorazione scolastica fondata su criteri di qualità, sostenibilità e inclusione».

Pietroniro ha spiegato che il convegno rappresenta un’occasione per confrontarsi su un modello di mensa pubblica di qualità, capace di generare effetti positivi sulla salute dei bambini, sulla filiera agroalimentare e sulla coesione sociale.
«La mensa – ha aggiunto – deve essere intesa come strumento di cura del bene comune, di solidarietà e di ricaduta sociale. Agricoltori, cuochi, trasportatori, insegnanti e genitori: tutti sono parte di un sistema che va ripensato insieme».

Durante l’incontro sono stati illustrati anche i requisiti per accedere ai contributi ministeriali previsti per il prossimo anno, offrendo agli enti locali strumenti concreti per migliorare i propri servizi di refezione.


Mariella Vaino: «Solo dal confronto nasce una mensa migliore»

A portare il contributo del Comune di Termoli è stata l’assessora all’Istruzione Mariella Vaino, che ha sottolineato l’importanza di un dialogo continuo tra istituzioni, scuole e famiglie.
«Giornate come questa sono sempre un momento di confronto sicuramente costruttivo – ha dichiarato –. Nella nostra mensa sono già presenti prodotti Bio e DOP, ma c’è sempre la possibilità e la necessità di migliorare».

L’assessora ha ribadito la volontà dell’amministrazione di puntare sulla qualità e sulla trasparenza del servizio:
«Siamo convinti che solo attraverso l’ascolto reciproco e la disponibilità al confronto sia possibile crescere e offrire ai nostri bambini il meglio. Il nostro obiettivo è continuare a migliorare, con spirito di collaborazione e condivisione».

Per Vaino, la mensa scolastica è molto più di un servizio pubblico: è un investimento educativo e culturale. «Garantire ai bambini un’alimentazione sana, equilibrata e sostenibile – ha aggiunto – significa costruire le basi per una cittadinanza consapevole e rispettosa dell’ambiente».


Rocchi (Foodinsider): «Il cibo locale è sviluppo, cultura e biodiversità»

La vicepresidente di Foodinsider, Francesca Rocchi, ha portato l’esperienza del monitoraggio nazionale sulle mense scolastiche italiane.
«Negli ultimi anni abbiamo registrato un aumento del 292% della presenza di legumi nei menù – ha spiegato – ma la riduzione del cibo processato procede lentamente. In molte mense troviamo ancora bastoncini di pesce, affettati e dessert industriali: abitudini da superare se vogliamo promuovere salute e consapevolezza alimentare».

Rocchi ha ricordato che introdurre prodotti locali e biologici non è solo una scelta etica, ma anche una strategia economica e sociale. «Il cibo locale è sviluppo, cultura e biodiversità. Quando un’amministrazione sceglie ingredienti del territorio, sostiene i contadini, tutela il paesaggio e rafforza la comunità».

Ha citato esempi virtuosi come la Sardegna, dove la Regione ha messo in rete le mense scolastiche biologiche, e Bolzano, dove è stato introdotto il “menù parlante”, che informa i genitori sulla provenienza degli ingredienti. «Una mensa virtuosa è trasparente, comunica e coinvolge: è un laboratorio di cittadinanza alimentare», ha concluso.

Altro aspetto fondamentale, secondo Rocchi, è la presenza delle cucine interne nelle scuole: «La cuoca è una figura educativa, non solo professionale. Dove si cucina in loco si riducono gli sprechi, si migliora la qualità e i bambini sviluppano un rapporto più sano con il cibo».


Benegiamo: «La mensa come scelta politica e di comunità»

Il sindaco di Giuggianello (Lecce) e presidente dell’Unione dei Comuni delle Terre di Mezzo, Luca Benegiamo, ha raccontato l’esperienza della «Buona Mensa del Parco Paduli», premiata al Summit 25 come «Mensa piccola ma grande».
«Abbiamo abbandonato gli appalti al massimo ribasso – ha spiegato – per costruire insieme alle cooperative e alle famiglie un modello di coprogettazione. Oggi i bambini mangiano meglio, conoscono ciò che trovano nel piatto e diventano ambasciatori del cambiamento».

Per Benegiamo, la mensa deve essere «un luogo di educazione e appartenenza, non un servizio da gestire con logiche di mercato». La sua esperienza dimostra come la collaborazione tra enti locali e produttori possa trasformarsi in un modello replicabile, capace di generare ricadute economiche, sociali e ambientali.


Lazzari: «Il paesaggio non si disegna, si coltiva»

A chiudere gli interventi è stato Mauro Lazzari, presidente della Cooperativa Sociale Santa Fucina, che ha raccontato il percorso avviato nel Salento con il progetto «Santi Paduli».
«Il paesaggio non si disegna, si coltiva – ha detto –. Ogni piatto che arriva in mensa è un atto politico e culturale, perché rigenera il territorio e le relazioni tra chi produce, chi cucina e chi mangia».

Lazzari ha descritto la cosiddetta “ribellione gentile”, una rivoluzione lenta e condivisa che ha unito contadini, cuoche e famiglie nella costruzione di un modello di mensa sostenibile: «Serve un intero villaggio per educare un bambino. E nella mensa questo villaggio si ritrova: agricoltori, insegnanti e genitori collaborano per il bene comune».


Termoli guarda avanti: dal cibo alla comunità

Nel dibattito conclusivo, Loredana Pietroniro ha ribadito che la refezione scolastica è un servizio obbligatorio e pianificabile, ma anche un potente strumento di crescita collettiva.
«Il primo passo – ha spiegato – deve essere necessariamente la mensa, che può diventare il perno di una rigenerazione territoriale più ampia. Quando si parte dal cibo buono, si generano paesaggio, economia, salute e solidarietà».

Il convegno ha rappresentato un momento di sintesi tra esperienze, visioni e buone pratiche provenienti da tutta Italia, accomunate dall’idea che la mensa scolastica non sia solo nutrizione, ma educazione, giustizia e cura del futuro.

Come emerso con chiarezza a Termoli, una mensa buona da mangiare deve prima di tutto essere buona da pensare: perché ogni pasto servito ai bambini è un gesto di responsabilità verso la comunità e verso il pianeta.

Emanuele Bracone