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sabato 1 Novembre 2025
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Guglionesi e il voto che pesa: «Quando il silenzio diventa complicità»

GUGLIONESI. Nel cuore del Basso Molise, il Consiglio comunale di Guglionesi ha scritto una pagina che molti cittadini faticano a leggere senza indignazione. La maggioranza guidata dal sindaco Antonacci ha votato contro la mozione “Palestina Libera”, presentata dai consiglieri Aristotele Pino e Riccardo Vaccaro, che chiedeva il riconoscimento dello Stato di Palestina e la condanna del genocidio in corso nella Striscia di Gaza.
«Un voto che non è solo politico, ma profondamente morale. In aula, si è scelto di voltare le spalle a una tragedia umanitaria che, secondo fonti Onu, ha già provocato oltre 300.000 morti tra la popolazione palestinese, tra bombardamenti, fame, sete e mancanza di cure. Gaza è oggi un territorio devastato, con il 92% degli ospedali distrutti, dove non si nasce più, non si cura più, non si sogna più – per i proponenti – sessanta volte Guglionesi. È questa la proporzione delle vite spezzate rispetto alla popolazione del nostro paese. Eppure, davanti a questi numeri, la maggioranza ha scelto il silenzio. Ha scelto di non riconoscere l’evidenza, di non condannare l’orrore. Ha scelto, consapevolmente, di non stare dalla parte della giustizia.
Unica voce fuori dal coro, quella della consigliera Carola Talia, che ha votato secondo coscienza, dimostrando che la politica può ancora essere luogo di empatia e coraggio. Il suo gesto merita rispetto e gratitudine, perché ha rotto il muro dell’indifferenza.
Nel frattempo, mentre a Guglionesi si respingeva la mozione, centinaia di migliaia di persone manifestavano a Roma e a Termoli per chiedere pace, giustizia e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese. Il Circolo Pd di Guglionesi e l’associazione Guglionesi Progressista hanno aderito con convinzione, dimostrando che la comunità locale non è tutta indifferente.
Il silenzio non è neutrale. È una scelta. E chi oggi rifiuta di riconoscere lo Stato di Palestina o di condannare il genocidio, si rende complice dell’oppressione. Non si tratta di geopolitica, ma di umanità. Di bambini senza casa, senza genitori, senza futuro. Di madri che stringono i figli feriti, senza acqua né cure.
Guglionesi ha ancora una possibilità di riscatto: accogliere i bambini palestinesi, dare rifugio a chi ha perso tutto, scegliere di stare dalla parte della vita. Questa è la scelta che definisce una comunità. Perché la Storia non dimentica. E davanti a un genocidio, il silenzio è la più grave delle colpe».