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mercoledì 19 Novembre 2025
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Sistema calcio a rischio implosione in Italia, a San Siro la resa azzurra di un movimento che non è più competitivo

Figc

TERMOLI. Il sistema calcio rischia di implodere su sé stesso, disgregandosi. L’emblema delle difficoltà dello sport guida (ex?) del movimento italiano è chiaramente la nazionale azzurra, quella che ha preso sette gol in due partite dalla Norvegia (in due tempi su 4), lontana dalla qualificazione ai mondiali da undici anni (e speriamo che non diventino 15…) e che non accede a una sfida a eliminazione diretta da Germania 2006, quando Lippi la condusse al quarto titolo iridato.

Nel mezzo un oro e un argento, per dirla alla maniera olimpica, in due Europei e due umilianti eliminazioni al primo turno (2010 da campioni in carica e 2014, da vicecampioni europei).

La statistica nello sport serve, non è come il pollo di Trilussa. Al netto di quattro finali, perse da Juventus e Inter, sono 15 anni che una squadra italiana non vince la Champion’s League e lo stesso trionfo a Londra della nazionale di Mancini è più l’eccezione che conferma la regola, piuttosto che l’inversione di tendenza, vista la repentina e assurda sconfitta ai playoff casalinghi contro la Macedonia del Nord di pochi mesi dopo.

Siamo competitivi fino a un certo punto, magari a livello di finali e semifinali in Europa League e Conference (anche qui la Roma di Mourinho è stata una eccezione), ma quando c’è da fare il salto di qualità non si ha la forza.

Perché a fare difetto è il sistema, intero. Non c’è mai stata una seria riforma, basti vedere le criticità che ogni fine stagione emergono per l’iscrizione delle squadre ai vari tornei, specie di fascia bassa.

Occorrerebbe prendere atto di un fallimento globale, prima che sia troppo tardi per correre ai ripari. Auguriamo alla nazionale Under 17 di fare strada ai mondiali, ma non sarà una rondine d’autunno a fare primavera in un movimento che si sta avvitando sempre più su sé stesso.

La passeggiata di Haaland & C. sulle macerie della nazionale a San Siro ci appare come la vittoria dei barbari sui romani, dopo secoli di dominio, tutto crolla.

Vogliamo guardare in faccia la realtà, sì o no? Possibile che gli atleti azzurri brillino ovunque, meno che nel calcio internazionale?

Va rifondato tutto dalla base, a livello tecnico, societario, federale e ambientale. Se tutto questo deve passare per un repulisti alla Figc, ben venga, ci vuole una scossa profonda.

E un gentleman agreement tra le società italiane, sempre rispettando la normativa comunitaria, che diano spazio a giovani e giocatori italiani, altrimenti sarà impossibile risalire la china. Non c’è l’obbligo di infarcire le rose di stranieri, a volte anche scarsi, c’è la possibilità, ma anche la scelta di privilegiare il vivaio. Sperando che arrivi un Sinner, ma anche un Musetti, nel calcio.

Emanuele Bracone