SAN MARTINO IN PENSILIS. Ci si avvicina a grandi passi alla fine dell’anno, con l’ordinanza Martini in scadenza. Dal gruppo Unione Carresi la riflessione sul futuro. «Al di là di ogni considerazione o pareri tanto per tenere accesa la fiamma e l’attenzione alta! Cerchiamo di ragionare e di fare qualche riflessione, onde prevenire che cadi comunque qualche tegolone sulla testa delle Carresi e crei difficoltà inimmaginabili che comunque possono accadere visto ciò che è scritto all’interno dell’Ordinanza rinnovata nell’agosto 2023. Poche novità ma tanta, tanta attenzione!
D’altronde come sempre, considerato che a tutt’oggi nulla è dato sapere ancora, cosa sarà previsto dal 2 gennaio 2024 con il dopo Ordinanza ex Martini per ciò che attiene ai cavalli.
Di certo occorre attenzione perché la manina animalista è sempre in agguato e non solo a Roma ma anche dentro casa nostra.
E allora cosa bolle in pentola nei palazzi Romani? Sarà un Dpcm o un Decreto Interministeriale a predisporre l’avvio della nuova normativa 2024 che sostituirà la ex Ordinanza Martini?
Occorre ricordare che una bozza di Decreto Legge è già in vigore per ciò che attiene l’utilizzo dei cavalli nelle manifestazioni pubbliche ed è il Dlgs n. 36/2021, più volte richiamato in altri post; che in 6 articoli interni definisce alcune questioni che legano l’uso degli equidi e vanno dall’art.19 all’art. 24, per cui, possiamo dire che il cavallo dal 4 aprile del 2021 è giuridicamente equiparato all’uomo. Può essere? Non lo so, spetta ad altri più autorevoli verificare questa condizione.
Vorrei analizzare però, quali potrebbero essere le difficoltà che potrebbero celarsi dietro un Dpcm o un Decreto Interministeriale e del perché, l’urgenza di provvedervi entro il 31/12/2023 ed il rinnovo di soli 4 mesi della Ordinanza ex Martini fino al 31 dicembre 2023. Penso, e spero di sbagliare che tutto deriva da Dlgs già in vigore dal 4 aprile 2021 il n.36/2021 sopra citato. A questo punto mi viene da chiedere cosa avremo prima della fine dell’anno un Dpcm o un Decreto Interministeriale, considerato che saranno più Ministeri ad occuparsi della questione, dallo Sport, alla Salute, all’Agricoltura, alla Cultura, anche perché il campo di utilizzo degli equidi li tocca tutti.
Allora, va detto che la ex Ordinanza Martini andrà definitivamente in pensione e quindi la opportunità di una specifica legge che regoli l’uso degli equidi fuori dagli impianti autorizzati nelle Manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico, le quali annoverano anche le manifestazioni storiche e quelle riconosciute storiche come le Carresi, il Palio di Siena, l’Ardia di Sedilo, il Palio di Asti o la Quintana di Ascoli Piceno ecc. ecc. per citarne alcune, per cui questo è emerso dal tavolo tecnico del settembre 2023, una legge regolamentare.
A questo però bisogna fare un passo indietro, perché, tutto parte dall’art. 9 della Costituzione che ha obbligato lo Stato di dotarsi di un’apposita legge per la tutela degli animali oltre la L. 189 del 2003. Questa legge per l’appunto è la n. 36 sopra citata nata nel 2021; in questo decreto, che è già legge a tutti gli effetti, c’è l’art. 22 che ha istituito la figura del “cavallo atleta” e c’è l’art. 24 che regola le manifestazioni che usano i cavalli al di fuori degli ippodromi e già da questa norma si evince la sostituzione della Ordinanza Equidi del 2011 e successive modifiche e integrazioni.
Il decreto 36/2021 viene poi modificato con il decreto n. 163 del 5 ottobre 2022 e proprio con il rinnovo dell’Ordinanza Equidi ex Martini dell’agosto 2023 al suo interno viene inserito l’articolo 24 della 36/2021 per ciò che attiene proprio alle Manifestazioni popolari pubbliche e private con l’impiego degli equidi e l’art.22 che definisce il cavallo atleta.
Prima della riunione di Roma poi, la norma si arricchisce anche con il decreto legislativo n. 120 del 29 agosto 2023 che modifica l’art. 24 e che prevede esplicitamente che le manifestazioni con l’uso di equidi devono soddisfare le disposizioni di un «decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o dall’Autorità politica delegata in materia di sport, adottato su proposta del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione».
Ma con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il discorso non si chiude il 31 dicembre, bensì si inizia un iter infinito pur avendo, per legge, il dpcm una durata di sei mesi che può essere rinnovata solo per altre due volte. Con un dpcm non c’è assolutamente la chiusura dell’argomento Un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è sottoposto, come visto, a limiti temporali ben precisi e, allo stesso tempo, deve “trasformarsi” obbligatoriamente in legge e passare al vaglio delle aule di Camera e Senato.
Alcuni interlocutori dopo l’incontro settembrino sostengono che si debba parlare solo di decreto interministeriale poiché il dpcm (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) costituirebbe per alcune manifestazioni fra cui il Palio di Siena ecc. ma anche per le Carresi, un enorme effetto controproducente.
Le ragioni sono che ogni decreto del Presidente del Consiglio dei ministri deve essere convertito prima in decreto legge e dopo in legge. Di questi dpcm l’Italia è venuta a conoscenza nell’era del Covid perché, una volta emanati, entrano immediatamente in vigore senza passare dalle due Camere. Ricordiamo sull’uso in tempi del Covid i molteplici dpcm; per cui è utile porre all’attenzione come i dpcm sono dispositivi a disposizione solo del Presidente del consiglio e non di tutto il Consiglio dei Ministri. Si tratta di un semplice atto amministrativo e nella scala legislativa occupa l’ultimo posto, tant’è inaffidabile in un contesto come quello delle manifestazioni tra l’altro riconosciute storiche, dove gli interessi in campo sono molteplici.
E allora, perché utilizzare un dpcm. che poi dovrà modificarsi in decreto legge per trasformarsi, entro 60 giorni, in legge, percorrendo esattamente la procedura utilizzata per le leggi ordinarie?
A questo punto potrebbe diventare fattibile pensare che la Presidente possa demandare ad altri come il Ministro dello Sport l’emanazione del decreto di concerto con il Ministero della Salute, quello delle Politiche Agricole e perché no quello della Cultura, ho delle riserve su questo anche per la manus longa animalista.
Invece con un dpcm si inserisce la legge; con il decreto invece la legge c’è già perché prevista dal d.lgs. 120. Perché si vuole portare avanti un dpcm è un enigma se messo in relazione alla “fretta” di chiudere l’argomento entro la fine dell’anno.
A questo punto dobbiamo porre la massima attenzione e cercare di marcare stretto stretto tutti e già con la partecipazione al tavolo tecnico è stato un primo passo grazie all’onorevole senatore e agli altri suoi colleghi e ai Sindaci. Per queste manifestazioni, Carresi, Palio, Quintane ecc. attualmente, con tutte le attenzioni che vi sono su di esse, al fine di tutelare tutti gli interessi e non solo quelli a cui aspirano e spingono le lobbie animaliste; né ci si può permettere che tutto ciò che si è fatto e si farà per la tutela del benessere animale, debba vedere vanificati tutti gli sforzi e i miglioramenti fatti fino ad ora con le leggi regionali ed i regolamenti che di per se hanno dato una sterzata in termini positivi, condivisi dalle autorità competenti che autorizzano poi lo svolgimento di queste manifestazioni, né si deve essere di nuovi indotti a riprendere in mano la situazione da capo o addirittura vedere stravolte le manifestazioni storiche che hanno una loro connotazione identitaria.
Per queste considerazioni occorre “chi ha tempo non aspetti tempo” oggi siamo alla metà di novembre i Carri sono già al lavoro per il 2024 e fra poco tra feste e festività Capodanno è dietro l’angolo.
Ad oggi noi di Unione Carresi non abbiamo notizie da darvi se non considerazioni e pareri condivisi o ripresi dal web».