TERMOLI. Il virulento e preoccupante ripresentarsi ed espandersi del Covid 19, in versione Omicron, alla cui diffusione concorrono quanti ritengono di non doversi vaccinare e i tanti senza mascherina che, portatori o meno del virus, passeggiano spavaldi per il Corso di Termoli, ha talmente attirato l’attenzione da far quasi dimenticare la situazione in cui versa il San Timoteo e, in particolare, il servizio di Emodinamica del quale ci si era occupati qualche mese fa.
Si parlò allora della cardiologia come di un reparto in sofferenza per mancanza di personale medico, ma anche di una possibile positiva soluzione. Il reparto ha continuato a funzionare e da una organizzazione più o meno improvvisata si è passati a quella ragionata, come appreso sabato 8 su Termolionline: il servizio salva-vita non soltanto non ha registrato miglioramenti ma con la calendarizzazione ha assunto la dimensione di una farsa dal momento che fino a metà gennaio sono stabiliti giorni e ore, come a dire ‘Fatti colpire dall’infarto in tale giorno, ma dall’ora x all’ora y perché dopo il servizio è inattivo.’
Un tipo di organizzazione, una delle tante eccellenze di questa Regione, che ha dato e continua a dare un avviso ai cardiopatici: ‘State attenti e imponete al vostro sistema cardio-circolatorio di arrestarsi in uno dei giorni e nelle ore in cui è possibile il ricovero.’
Non si tratta di un’infelice battuta ma di constatazioni talmente amare da rendere quasi impossibile credere alla caduta di quello che fu il Grande Ospedale del Molise e che sta portando alla resa anche chi non ha mai cessato di sperare in una inversione di rotta.
La realtà è talmente avvilente da far insorgere nel cittadino, che ha un peso soltanto nelle circostanze elettorali allorché viene circuito e ascoltato, la disperazione.
Una situazione che avrebbe dovuto sollecitare da decenni un risveglio della coscienza di politici di qualsiasi livello, di titolari della salute pubblica a livello locale e di dirigenti amministrativi che hanno competenza e ruoli in materia sanitaria. Invece nulla è accaduto e tra il silenzio-assenso della classe politica lo smantellamento del San Timoteo ha fatto il suo corso senza nessuna chiara, condivisa e decisa presa di posizione per impedirlo.
Una sorta di rinuncia al legittimo diritto di tutelare la salute dei molisani, di cui all’Art. 32 della Costituzione. Di sicuro problemi di natura finanziaria ci si sono stati come anche il pressapochismo nella gestione del settore, ma quello che forse ha più inciso è stato l’incomprensibile mancato schieramento contro le reiterate decisioni di non bandire concorsi per sostituire i medici che andavano in pensione.
L’imminente chiusura di questo penultimo vitale avamposto, che si scongiura, altro non sarà che il frutto di una sciagurata e pluridecennale disattenzione.
Al crollo del San Timoteo sta dando una mano il Covid che assorbendone buona parte delle risorse professionali lo ha portato a quasi emarginare la storica funzione di farsi carico delle altre patologie, tra le quali non mancano quelle gravi e le gravissime.
La situazione, ovviamente, non è che sia eccellente negli altri Ospedali della Regione: ognuno ha le sue grame mentre a Termoli si aspetta, per l’Emodinamica, la nuova sentenza del Tar.
Civis