GUGLIONESI. «A Giulio, la tua Guglionesi ti amerà sempre e non ti dimenticherà mai!»
Ogni 16 marzo, da quel maledetto giorno del 1978, la comunità di Guglionesi si stringe attorno alla famiglia Rivera.
Sono trascorsi ormai 46 anni, oltre 9 lustri, dalla stagione più buia, l’attacco al cuore dello Stato, portato dalle Brigate Rosse, fasi tragiche dell’epoca repubblicana che abbiamo poi rivissuto solo con la mafia stragista, nemmeno quindici anni dopo.
Anni di dolore e di ricordi, che i concittadini portano nel cuore. Anni di piombo che hanno strappato troppo presto, troppo giovane, un figlio da questa terra.
Guglionesi, come il Molise, come l’Italia, non dimentica e non vuole farlo. Mai. Perché quel giovane è figlio di tutti. Quella famiglia è famiglia di tutti.
Il 16 marzo 1978 l’Italia si ferma. Alla radio danno la tragica notizia della strage di via Fani a Roma e del rapimento dell’onorevole Aldo Moro. Un caso, una pagina nera della storia italiana che ha ancora dei misteri irrisolti. Un attentato studiato bene, con meticolosità che ha cambiato per sempre la storia della politica italiana. Per mano dei brigatisti si spezzarono cinque vite, tra le quali quella di Giulio Rivera.
Il 16 marzo è il giorno della commemorazione ufficiale, al cimitero, dove assieme alla famiglia, ci saranno i rappresentanti della Polizia di Stato, delle altre forze dell’ordine e il commissario straordinario di nomina prefettizia, Patrizia Perrino, al suo debutto in pubblico, dopo aver assunto la guida dell’ente, in seguito alle dimissioni del sindaco Antonio Tomei.