Via Udine, tra fibra e lavori: "Attendiamo che diventi strada comunale"
TERMOLI. “Certamente abbiamo giovato di un periodo di “tregua”, in cui non abbiamo sentito necessità di far sentire la nostra voce. Quartiere rimesso a nuovo, strada priva di crateri, segnaletica nuova.
Nessuno ci sta facendo più caso, ma stiamo usufruendo di una situazione che è il frutto di cinque anni di stretta collaborazione con la precedente amministrazione Sbrocca”. Lo scrive il Comitato via Udine.
“Chi ha seguito la pagina del Comitato di Via Udine ricorderà che ci sono voluti più di cinque anni per ottenere la riqualificazione e la messa in sicurezza delle strade “di lottizzazione”, che per l’intervento sono stati impiegati ottocentomila euro di soldi pubblici e che lo stesso era propedeutico all’acquisizione delle predette strade al patrimonio pubblico del Comune di Termoli.
Perché adesso torniamo a farci risentire? Il motivo è semplice: inizio dei lavori per il potenziamento della rete di telecomunicazioni. Via Udine angolo Via Venezia (zona traliccio). Ci eravamo già allertati per tutta una serie di “segni rossi” di vernice disseminati lungo tutto il tratto di Via Udine nord, preludio di zone in cui scavare, e avevamo preso contatti con il responsabile della ditta incaricata per fissare un sopralluogo congiunto allo scopo di cercare di salvare capra e cavoli. Nel senso di cercare una soluzione di intervento che non comportasse i tagli del nastro stradale di Via Udine. Così come era avvenuto ad aprile dello scorso anno per quanto di analogo stava accadendo a Via Udine primo tratto (da via Pertini a Via Trento).
Ma ci avevano assicurato che per farlo c’era tutto il tempo, dato che prima di giugno non se ne sarebbe fatto nulla. Invece adesso, che siamo solo al principio di aprile, assistiamo ad un primo scavo. Cui, supponiamo, potrebbero seguirne molti altri. Che ovviamente daranno il via alla ripresa del progressivo degrado di tutta la strada perché, e lo sappiamo tutti, i rappezzi dei tratti scavati innescano un progressivo disfacimento di tutto l’asfalto circostante. Con buona pace dell’intervento di messa in sicurezza.
Senza contare il fatto che la fibra, in zona, sapevamo che fosse stata passata poco prima della riqualificazione. Ricorderete quei tagli dell’asfalto larghi una quindicina di centimetri e disseminati ovunque, ripristinati poi con una specie di calcestruzzo di colore rosa, non molti anni fa. Ma allora la strada era già tutto un cratere e qualche fosso in più non ha certamente urtato la sensibilità dei residenti. C’è quindi da chiedersi del perché, se le reti devono essere continuamente adeguate e rinnovate, i lavori non vengano predisposti con delle condotte e pozzetti dai quali poter sfilare i cavi vecchi e sostituirli, invece di stare ogni volta a tagliare il piano viario.
A questo punto vorremmo sapere se il Comune di Termoli è consapevole di aver autorizzato lavori su una strada che ha messo in sicurezza perché era requisito essenziale per poter parlare di acquisizione al patrimonio pubblico della stessa e che, prima di averla acquisita, fa sì che ritorni in uno stato in cui di acquisizione non si può parlare. Dopo averci speso soldi pubblici.
La domanda che adesso vogliamo quindi rivolgere al Comune di Termoli è:
“Cosa intende fare l’amministrazione per l’acquisizione delle strade di lottizzazione al patrimonio pubblico?”
E non parliamo solo di Via Udine, perché l’intervento di messa in sicurezza ha riguardato quattro strade cittadine del Comune di Termoli ad alta densità abitativa (via Udine con Via Trento ed un tratto di via Venezia, via Po, via dei Mandorli e via Lissa). Vogliamo sapere perché l’argomento non è stato più portato all’ordine del giorno. È vero che il Covid ha catalizzato le attenzioni della dirigenza amministrativa, ma se c’è ripartenza per gli scavi ce ne deve essere altrettanta per le questioni in sospeso, di cui l’acquisizione fa parte e certamente, almeno per i residenti nelle “strade di lottizzazione”, non in modo insignificante.
Noi del Comitato di Via Udine non vogliamo essere disfattisti, ma se dei lavori devono essere eseguiti sulle strade recentemente riqualificate, il ripristino dello stato dei luoghi deve essere EFFETTIVAMENTE TALE, pertanto chiediamo il rifacimento del manto d’asfalto stradale e relativa segnaletica orizzontale così come prima degli scavi, non con dei semplici rappezzi.
Infine, per quanto riguarda l’acquisizione al patrimonio pubblico delle strade recentemente riqualificate, vorremmo riprendere una linea di dialogo anche con l’attuale amministrazione, così come lo era diventata con la precedente. Perché se c’è la volontà politica, si riesce sempre a trovare una soluzione a qualsiasi problema. Non vorremmo che, come al solito, il conto siano sempre i cittadini a doverlo pagare, in un modo o nell’altro”. Conclude il comitato.