Reportage di guerra al confine con l'Ucraina

L'inviato speciale lun 02 maggio 2022
Attualità di Emanuele Bracone
6min
Reportage di guerra al confine con l'Ucraina ©TermoliOnLine
Reportage di guerra al confine con l'Ucraina ©TermoliOnLine
Il reportage di Giuseppe Barile al confine tra Polonia e Ucraina

TERMOLI. Lo abbiamo conosciuto per diverse opere documentarie, come quelle sulla origine della Corsa dei Carri, reportage sul Gargano e i bambini di Bucarest, ora si dedica all’emergenza ucraina. Giuseppe Barile resta in prima linea e a breve sarà proprio sul confine della nazione aggredita dalla Russia. Nato a Termoli, con origini di Chieuti, ha lanciato via social una campagna umanitaria, che condividiamo.

«Insieme ai nostri partner polacchi di Polish Medical Mission stiamo continuando a rifornire di attrezzature mediche, materiali e medicinali gli ospedali ucraini che in questo momento non hanno abbastanza risorse per dare assistenza medica e cure ai feriti e a tutti coloro che ne hanno bisogno. In particolare con i convogli inviati abbiamo già raggiunto gli ospedali delle città ucraine di Ivano-Frankivs'k, Odessa, Leopoli, l’istituto pediatrico e ginecologico di Kyiv e i centri pediatrici e neonatali di Inatuck e Lutsk. Grazie infinitamente a tutti e tutte voi per lo straordinario aiuto!», queste le parole diffuse dall'ong Terres des Hommes.

Giuseppe Barile è reporter e documentarista e uno dei moderatori della community Viaggiare in Solitaria.

«La nostra community è una delle più influenti in Italia a tema viaggi. Da anni condividiamo le nostre esperienze e la nostra passione per il viaggio, attraverso fotografie e video da tutto il mondo. La nostra attività sul gruppo ci ha permesso e ci permette di crescere reciprocamente attraverso la scoperta e il rispetto di culture spesso molto lontane e diverse dalla nostra.

Siamo tanti e questo è motivo di orgoglio. Ma allo stesso tempo abbiamo una grande responsabilità come community e quindi ho deciso di provare a rendere utile il nostro bacino di utenza a chi in questo momento sta soffrendo.

Io stesso mi recherò presso il confine Polonia-Ucraina per documentare ciò che sta accadendo con i miei occhi e la mia camera».

Ebbene, Giuseppe ci è andato, è tornato, e lo abbiamo ricontattato, per avere un racconto, una prospettiva di quello che ha potuto vivere coi propri occhi. La sua esperienza narrata nella nostra intervista.

Dove nasce l'esigenza di mettersi in gioco in questa crisi umanitaria?

Nasce dalla consapevolezza della necessità di innescare un cambiamento. Forse innanzitutto interiore e personale. Poi c'è la necessità di comunicare, attraverso le immagini e i racconti, quello che i miei sensi vivono in determinati contesti.

Hai avuto altre esperienze personali in contesti bellici?

Non direttamente, o meglio non in un conflitto bellico attualmente in corso, quindi in un contesto di guerra attiva adesso in questo momento. Sono stato sul confine siriano lo scorso settembre, per documentare la situazione dei campi profughi ma non ero mai stato in un conflitto vero e proprio. Il conflitto dell’Ucraina è stata la mia prima esperienza bellica vera e propria. Un’esperienza abbastanza intensa. Sentire gli odori o guardare e avvertire la tensione che c’è, devo dire che è stata segnante.

Quali emozioni e sensazioni vuoi trasmettere attraverso la tua documentazione diretta?

L’empatia oltre che l’informazione. La testimonianza di ciò che si vede è una parte, i sentimenti e le emozioni che vorrei trasmettere, così come altri reporter, è l’empatia. Creare un ponte emotivo che colpisca le persone che sono al sicuro in un salotto di casa. Persone che devono rompere la freddezza della cronaca, pensando a tutte quelle persone che da un giorno all’altro si ritrovano a essere rifugiati.

Cosa ti ha colpito in modo particolare questa esperienza al confine tra Polonia e Ucraina?

Ogni esodo dovuto alla guerra dà particolari emozioni e, quando si torna a casa si fanno i conti, si metabolizza quello che si è sentito, quello che si è visto. Sicuramente l’esodo dei profughi. Questo fiume di persone che stanno lasciando l’Ucraina in cerca di un posto sicuro dove poter vivere. E come era successo già in Siria, un occhio particolare ai tanti, tantissimi bambini che sono veramente le vittime innocenti di questo conflitto e di tutti i conflitti in generale. Sono partito con una organizzazione umanitaria chiamata “Terre des hommes” che si occupa proprio di aiutare e tutelare i bambini esposti a disparati rischi. Sicuramente lo sguardo di un bambino che sta soffrendo è qualcosa che colpisce tanto e al quale non si è mai veramente abituati.

Non a caso, il tuo impegno si fonda sulla matrice umanitaria.

Esatto. È proprio di matrice umanitaria che si è trattato. Questo viaggio è venuto a seguito di una raccolta fondi che ho aperto per i bambini ucraini. Fondi che saranno destinati all’organizzazione “Terre des hommes” per finanziare i progetti di supporto psico-sociale dei bambini in fuga dalla guerra e per comprare materiale medico. A seguito di questa campagna che è arrivata quasi alla metà dell’obiettivo che ci siamo dati, ho deciso di partire con “Terre des hommes” per documentare le attività che, attraverso questa campagna, sono possibili. Quindi ho avuto modo di visitare il confine tra Polonia e Ucraina, sono entrato in Ucraina e, alcuni centri di supporto educativo e psico-sociali in Polonia, di supporto alle famiglie e ai bambini ucraini.

Secondo te, avendo toccato con mano lo scenario, cosa accadrà?

È difficile rispondere a una domanda del genere. È difficile riuscire a trovare una chiave di lettura per un conflitto del genere. Il nostro compito è quello di raccontare. Raccontare le storie che ci sono dietro un conflitto per creare empatia. È difficile pensare a una pace per il prossimo brevissimo futuro ed è difficile pensare a una riconciliazione in un rapporto che forse non è stato, quello tra Ucraina e Russia, così florido come si vuol far credere. È una domanda che mi mette in difficoltà. non mi sento di poter esprimere un’opinione che, magari, metta più luce di quella che gli analisti e gli esperti di geopolitica stanno già mettendo su questo conflitto.

Ultima domanda, prossime tappe, le tue?

Prossimo viaggio sarà di nuovo tra Polonia e Ucraina. Questa volta Kiev, la capitale sarò di nuovo nel paese tra giugno e luglio per continuare a documentare le storie di quello che sta accadendo. Spero di potervi raccontare, di fare un altro reportage sulla ricostruzione, sulla ripresa, sulla pace che spero si possa raggiungere quanto prima.

𝐏𝐑𝐎𝐏𝐎𝐒𝐓𝐀

«Nel corso della mia attività di documentarista e reporter sono venuto in contatto con diverse ONG: UNCHR, Comunità Sant’Egidio, Parada Italia, Save the Children e altre. Nel corso di un reportage effettuato nei campi profughi al confine Giordano-Siriano, sono venuto a contatto con Terres des Hommes Italia (TDH) ed è proprio a loro che ho deciso di destinare questa raccolta.

Terres des Hommes Italia si occupa di proteggere i bambini di tutto il mondo dalla violenza, dall'abuso e dallo sfruttamento per assicurare loro scuola, educazione, cure mediche e cibo. Attualmente opera in 65 paesi con quasi 1000 progetti a favore dei bambini».

«Ho visto con i miei occhi il lavoro che operano in zone limite, con i bambini, per i bambini», ha precisato Giuseppe Barile.

𝐃𝐎𝐍𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄

La community è composta da circa 200.000 utenti e se solo ognuno di noi elargisse una piccola somma, potremmo raggiungere un traguardo straordinario per aiutare TDH nella protezione dei bambini e dei più fragili in Ucraina.

Non vi è una richiesta minima o una massima, ogni donazione è libera.

In accordo con TDH è stato fissato un tetto di 5.000 euro (che può essere superato) ed una durata di 90 giorni per la nostra raccolta.

𝐓𝐑𝐀𝐒𝐏𝐀𝐑𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐄 𝐂𝐎𝐌𝐔𝐍𝐈𝐂𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄

Tutti i fondi raccolti in questa campagna saranno automaticamente ricevuti da TDH.

TDH collabora a stretto giro con il Polish Medical Mission, partner da più di 10 anni, per aiutare la popolazione più vulnerabile ai confini tra Polonia-Bielorussia e Polonia-Ucraina.

TDH ha rifornito gli ospedali di Kiev e Ivano-Frankivs'k dove la situazione è drammatica ed è ormai impossibile trovare medicine e articoli medicali.

In questa pagina ci sono gli aggiornamenti con TDH (anche foto/video) sulla destinazione del supporto alla popolazione ucraina.

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