San Timoteo, quattro giorni di celebrazioni per il compatrono di Termoli
TERMOLI. Siamo a maggio e, come di consueto, i termolesi celebrano il loro compatrono San Timoteo: un graditissimo ritorno, dopo due anni in cui le restrizioni hanno soffocato lo spirito di rinascita che segue le celebrazioni eucaristiche e che in questo 2022 vedrà una ripartenza verso una vita normale.
Quattro i giorni di festa, da domenica 8 maggio a mercoledì 11, che vedranno il popolo termolese unito come non mai sia nella preghiera che nel ricordo del Vescovo di Efeso cui la città è molto legata tant’è che Termoli è Città Timoteana.
Una festa che non può prescindere dal grande e quotidiano aiuto che i volontari forniscono alla chiesa, come ha sottolineato don Benito Giorgetta della chiesa di San Timoteo: “Grazie a tutti i volontari parrocchiali che in questi due anni pandemici ci hanno accolti, accompagnati e accuditi per svolgere al meglio le nostre celebrazioni eucaristiche. Sono stati il volto bello della comunità che, attraverso essi, è stata accogliente e premurosa. Grazie a tutti e a ciascuno. Una comunità si misura sulla sua capacità d’essere servizio dedicato ai fratelli. Questo è stato un esempio e, per altre sensibilità e necessità, grazie a Dio, ne abbiamo altri. Il Signore vi Benedica!”.
Proprio la chiesa di San Timoteo, con il recente mosaico eretto al suo interno, è il fulcro della festa. La Parrocchia di San Timoteo in Termoli fu costituita da Mons. Oddo Bernacchia, con bolla 1/1/1954.
L’edificio sacro è una struttura neogotica con una sola navata e fu costruita su progetto dell’ing. Ugo Sciarretta. Unica nel suo genere, vanta il prestigio d’essere una delle prime chiese costruite in cemento armato senza colonne centrali e, per questo, ha meritato d’essere citata anche nei libri di storia dell’arte.
Il vescovo Mons. Oddo Bernacchia, avendo dato questo titolo alla neo parrocchia, lo fece con l’intento
«di rendere omaggio al diletto discepolo di Paolo, San Timoteo il cui venerato corpo tornava alla luce, nella nostra Cattedrale, nel maggio del 1945 per una fortuita circostanza […]. La chiesa ad una sola navata si dispiega ampia e solenne; con le pareti solcate da strutture portanti che accennano ad uno stile leggermente gotico, invita ad elevare lo spirito a Dio nello slancio della preghiera (Mons. Biagio D’Agostino, Termoli e la sua Diocesi, 1978, p.179)».