Disarmo, natura e accoglienza: per un'economia di pace
TERMOLI. La Città invisibile anima il dibattito pacifista in città.
«Il bene comune mondiale coincide con la pace, senza di essa non c'è economia, contrasto ai cambiamenti climatici e solidarietà tra tutti i popoli. I nuovi processi sociali dovranno sempre più fare i conti con Disarmo, Natura e Accoglienza che è il Dna di qualunque forma di società futura.
Perché è così necessario parlare di Disarmo generalizzato, contemporaneo e congiunto? Nulla viene difeso in una logica di corsa agli armamenti, tutto può essere perso in una logica di confronto armato per tentare di risolvere i conflitti. Possiamo ancora credere che la sicurezza dipenda dalla capacità di difendersi con le armi da chi ci attacca proprio perché sempre più armati? Non è piuttosto che la nostra sicurezza dipenda dal disarmo, dalla capacità di mettere al centro la natura, di cui anche noi facciamo parte, di mettere al centro l'accoglienza come espressione di solidarietà.
Solo la compresenza di queste tre principi, Disarmo, Natura, Accoglienza, promossi, rispettati ed attuati può gettare le basi per un nuovo inizio. Un'economia di pace presuppone un'economia della custodia, un'economia della cura. Il passaggio da un’economia della proprietà ad un’economia della custodia richiede una trasformazione culturale, antropologica ed etica che ci consegni strutture democratiche inclusive, partecipative, sociali, antidoto alla corruzione, allo spreco di cibo e di denaro, ma dentro un progetto economico di riappropriazione del lavoro.
Superare le diseguaglianze e le iniquità sarà possibile dentro una revisione fondamentale delle strutture del debito che incatenano interi popoli. Questo è inderogabile e attuabile, ma dentro una logica economica che riscopra il proprio alveo naturale di scienza sociale e non piegata al potere dei forti, ma alla forza di abitanti liberi dalla cecità che riproduce continuamente leader politici non all’altezza delle sfide epocali dinanzi alle quali ci troviamo.
Oggi siamo sull’orlo di un precipizio sociale, antropologico, economico: con uno stile il meno dogmatico possibile, occorre scegliere l’opzione di un’economia della custodia, della pace, della cura, contro e oltre l’economia del profitto]
Ne parleremo alle ore 18 con Marco Bersani, coordinatore di Attac Italia, attivista e fondatore di percorsi sociali per il bene comune. L’incontro si terrà presso la Parrocchia di Sant’Antonio a Termoli (nel cortile esterno o, in caso di maltempo, nei locali sottostanti), che da ottobre ospita le attività del Centro Diurno per persone senza dimora La Città Invisibile».