«Il bene comune mondiale coincide con la pace», le parole di Marco Bersani
TERMOLI. Nella serata di giovedì scorso “La Città invisibile” ha anima il dibattito pacifista in città. Dalle ore 18 con Marco Bersani, coordinatore di Attac Italia, attivista e fondatore di percorsi sociali per il bene comune, di scena il dibattito presso la Parrocchia di Sant’Antonio a Termoli (nel cortile esterno o, in caso di maltempo, nei locali sottostanti), che da ottobre ospita le attività del Centro Diurno per persone senza dimora La Città Invisibile».
«Il bene comune mondiale coincide con la pace, senza di essa non c'è economia, contrasto ai cambiamenti climatici e solidarietà tra tutti i popoli. I nuovi processi sociali dovranno sempre più fare i conti con Disarmo, Natura e Accoglienza che è il Dna di qualunque forma di società futura. "Come state voi?" Non possiamo che partire da questa domanda per capire la società che ci circonda e intraprendere un pezzo di strada insieme: persone senza dimora, operatrici precarie del sociale, disoccupati, gruppi di volontariato, parrocchiali, attiviste e pensionati, ecc. Come state, come stiamo, come viviamo questo territorio e questo periodo storico?
È stato un incontro importante per i contenuti, per le modalità e per la partecipazione numerosa di persone che vivono e lottano ogni giorno per sopravvivere, anche per strada. Forse tutto questo ha determinato una base per una convergenza nei fatti mettendo in primo piano un tema che normalmente fatica ad entrare nel dibattito pubblico: la turistificazione con la domanda dalla parte degli ultimi - che poi siamo anche noi - di poter abitare e lavorare con dignità. Ci ha fatto anche piacere poi tornare a stare in una piazza pubblica, un luogo attraversato ogni giorno da tanti volti e storie, vedere le persone di passaggio che si fermavano ad ascoltare, ma soprattutto gli abitanti soliti di quel luogo partecipare con noi. È stata anche un'occasione di tornare visibili.
Perché Termoli ha una grande ricchezza, che non è quella di chi fa profitti sullo sfruttamento del lavoro, non è quella di chi costruisce palazzi su palazzi togliendoci suolo e aria, né quella delle mafie che prendono sempre più piede nei settori legali e illegali dell'economia del territorio. Questa grande ricchezza sta nelle tante persone e gruppi che si attivano ogni giorno per il cambiamento nella solidarietà e nel mutuo aiuto. Queste realtà non devono restare nell'ombra. Devono, vogliono, esprimersi, chiedono spazi e visibilità. Il cambiamento possibile è qui, in chi apre piccole crepe nel sistema, in chi costruisce spazi nuovi di incontro».