Opportunità nel mare Adriatico alla conferenza europea della crocieristica
TERMOLI. L’ingresso del porto di Termoli nell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale apre nuove frontiere anche sulla comunicazione istituzionale, poiché la presenza nell’Authority di Bari schiuderà prospettive ignote fino a prima del decreto di Palazzo Chigi. L’Autorità barese ha partecipato all’evento Clia European Summit, la prima conferenza europea della crocieristica, che si è svolta dal 14 al 16 giugno a Genova.
La più grande associazione internazionale delle compagnie crocieristiche ha scelto l’Italia, primo Paese di destinazione d’Europa per numero di passeggeri, e in particolare la Liguria, che oltre ad essere la prima regione italiana per numero di imbarchi, è stata anche la regione da cui nell’estate del 2020 è partita la prima nave dopo lo stop imposto dalla pandemia. All’evento, articolato in tre giorni di appuntamenti, hanno preso parte oltre 300 ospiti provenienti da tutto il mondo: ministri del turismo, executives delle Compagnie crocieristiche, stakeholders e rappresentanti delle Autorità di sistema portuale. Nel corso della tre giorni genovese, l’industria crocieristica ha parlato di nuovi itinerari, ma anche di decarbonizzazione e sostenibilità.
L’obiettivo dichiarato è arrivare a crociere a zero emissioni di carbonio entro il 2050. Le compagnie hanno già all’attivo importanti investimenti nel settore delle nuove tecnologie in grado di migliorare le performance ambientali delle navi. Le istituzioni e i Porti si sono impegnati ad adeguare le infrastrutture e promuovere combustibili sostenibili. Pierfrancesco Vago, executive chairman di Msc Crociere e global chair di Clia, ha affermato che per le infrastrutture portuali la chiave sono gli investimenti pubblici. Le compagnie appartenenti a Clia sono impegnate a utilizzare, laddove offerta dai porti, l’elettrificazione a terra (SSE, Shore Side Electricity).
Il 66 per cento della flotta mondiale sarà equipaggiata per collegarsi all’SSE già entro il 2027, ma nei porti europei solo pochi attracchi forniscono tali sistemi, anche se l’obiettivo europeo è che tutti i principali porti del continente siano attrezzati entro il 2030.