“Il racconto dei luoghi", idee di sviluppo locale nel borgo

Itinerari mer 06 luglio 2022
Attualità di Dalila Catenaro
3min
“Il racconto dei luoghi e idee di sviluppo locale” al Castello Svevo ©TermoliOnLine
“Il racconto dei luoghi e idee di sviluppo locale” al Castello Svevo ©TermoliOnLine
“Il racconto dei luoghi e idee di sviluppo locale”: intervista a Laura Carranza

TERMOLI. “Il racconto dei luoghi”, perché sono proprio i luoghi che fanno la storia, costruiscono la vita delle persone, delle generazioni e fanno da sfondo alle epoche. Ma non soltanto il luogo in sé, anche conoscere le tradizioni di quel posto, che inevitabilmente si lega a doppio filo ad un racconto. E questo fa sì che una comunità si specchi in essa, ma anche il cibo. Perché ogni cibo caratterizza un paese e lo rende unico.


Un “placetelling” guidato da alcuni docenti dell’Università degli studi del Molise, in partenariato con la regione Molise ha seguito un tour per le vie del borgo antico. Portando gli ospiti dapprima dinanzi il castello Svevo, poi dinanzi il faro, scendendo dalla scala a chiocciola della città vecchia –illustrando così la storia del porto- fino a giungere all’altezza del meridiano e concludendo il tour al circolo della Vela.


Presenti la professoressa Angela Stanisci, docente di botanica e la professoressa Laura Carranza, docente di ecologia presso l’Unimol, nonché entrambe referenti del progetto “Smart Adria e Blue Growth”, che si occupa di crescita sostenibile, un progetto di sviluppo regionale che coinvolge Albania, Montenegro e per l’Italia: Puglia e Molise. È stata la regione che ha proposto questa iniziativa che riguarda lo sviluppo cosiddetto “blu”, ossia tutte le attività legate al mare e alla costa, ma sostenibili. Tra le attività sostenibili c’è stato anche il racconto dei luoghi. Presenti anche il professor Luciano De Bonis, docente di progettazione territoriale, il professor Rossano Pazzagli, docente di storia del territorio e il professor Marco Petrella, docente di geografia. Tutti docenti del dipartimento di bioscienze e territorio. Presente anche Michele Petracca, project coordinator di “Smart Adria” e funzionario della regione Molise.


Il progetto è stato suddiviso in tre fasi: la prima dedicata alle piccole e medie imprese, quindi all’individuazione di queste ultime. Poi una seconda fase, quindi un secondo evento con uno spring school di formazione e quello di ieri pomeriggio che ha chiuso il ciclo di queste fasi, dedicato alla cittadinanza.

Si è parlato del buon cibo tra cui il “brodetto”, una specialità della nostra cucina, ma anche delle tradizioni del passato tra cui il pesce, ma anche i molluschi essiccati, che un tempo venivano preparati. Per quanto riguarda la stessa narrazione o leggenda del brodetto nonostante ci porti in tante diverse direzioni, vi è un vero e proprio legame tra le generazioni. Ma anche il legame tra gli abitanti del luogo e gli abitanti temporanei –i turisti- che vengono da altre realtà per assaporare una delle nostre più deliziose tradizioni. Si crea in questo modo un legame tra il cittadino termolese e l’abitante viaggiatore. Nei numerosi libri di cucina del 700 un alimento come il pesce non veniva mai assaporato da solo, ma accompagnato da altri alimenti creando un legame fortissimo tra la terra e il mare.


Ma non soltanto il cibo, anche la storia, con un intervento della professoressa Lucia Checchia, che ha spiegato la storia del nostro porto e della piazza Duomo.

Poi la natura, che ha trovato la sua spiegazione durante la camminata verso rio vivo. C’è stato un ripascimento della spiaggia dovuto al fatto che i fiumi portano meno sedimenti e si deposita meno sabbia. Questo anche a causa dei cambiamenti climatici. Tanto che è previsto che per la fine di questo secolo il livello del mare potrebbe salire di 50 centimetri in più, causato da un processo lento e continuo. Questo inevitabile fenomeno si potrebbe mitigare grazie alla costruzione di dune e paesaggi naturali che rallentano l’erosione. Anche perché ci sono specie e piante sempre più rare. Tra queste il “tripolium pannonicum”, un fiore raro presente qui a Termoli, un altro esemplare alla foce del Biferno e uno sul Trigno. Uno dei tanti elementi da tutelare, assieme al patrimonio storico e a quello culinario della nostra tradizione. 

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