Era un pilastro della comunità, il tributo e l'abbraccio a Fabrizio
TERMOLI. Un figlio di tutti, nel senso vero della parola, per come era, per quello che aveva costruito, un pilastro. Parole usate dal vescovo Gianfranco De Luca, oggi pomeriggio, nell’omelia e nelle altre parti della messa con cui sono stati celebrati i funerali del compianto Fabrizio Caputo, il 30enne imprenditore che ha pagato con la vita l’incidente di sabato scorso sulla statale 16.
La chiesa di San Francesco, forse la più grande di tutta la città, non poteva contenere quanti si sono recati ad abbracciare per l’ultima volta quel ragazzo splendido, per dare conforto ai genitori, a tutta la famiglia e gli affetti del giovane, dolore autentico e lacrime che sono stati anche evidenti nelle lettere che amici e dipendenti hanno letto a fine celebrazione religiosa, prima di accogliere il feretro all’uscita con diversi applausi, fino alla benedizione finale.
In cielo palloncini colorati, come nel carattere brillante e gioioso di Fabrizio, delicatezza d’animo che è stata vellutata dai petali di fiori lanciati sul sagrato.
"Fabrizio è sottratto ma non è finito vive in Dio. Vogliamo ringraziarlo - ha detto il vescovo Gianfranco De Luca, provato nella voce e nel cuore. Mi hanno telefonato in tanti per dirmi che era una bella persona. È solo un arrivederci non è un addio quello che abbiamo vissuto lo troveremo moltiplicato"
"Maria ha visto morire suo figlio ai piedi della croce, nemmeno a lei è stato tolto il dolore è a lei che preghiamo perché tu e il tuo sposo possiate vivere - ha detto il vescovo rivolgendosi a mamma Antonietta - questo dolore atroce attraversandolo e sperando che diventi fecondo perché il dolore non è per la morte ma per la vita".