«Esce dalla porta e rientra dal portone», De Chirico contro la nomina di Nico Romagnuolo

Consulenze ven 05 agosto 2022
Attualità di La Redazione
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«Esce dalla porta e rientra dal portone», De Chirico contro la nomina di Nico Romagnuolo ©TermoliOnLine
«Esce dalla porta e rientra dal portone», De Chirico contro la nomina di Nico Romagnuolo ©TermoliOnLine

CAMPOBASSO. Nota del portavoce M5S in Consiglio regionale, Fabio De Chirico, sulla nomina a consulente per la ricostruzione post sisma dell'ex consigliere supplente, Nico Eugenio Romagnuolo.

«In Molise chi esce dalla porta rientra quasi sempre dalla finestra. I terremotati, invece, non sono ancora rientrati nelle proprie case e, per di più, aspettano da un anno i contributi per l’autonoma sistemazione. 

Toma tira fuori dal cilindro una nuova nomina per l'ex consigliere regionale ‘supplente’, Nico Romagnuolo, l'unico che non si oppose al Presidente quando, ad aprile 2020, accolse il nostro invito ad eliminare la norma sulla surroga. Azione che lo ha estromesso dall'assise regionale. 

Pochi mesi dopo però, a settembre dello stesso anno, il Presidente lo ha messo alla guida del Consorzio per lo sviluppo industriale di Campobasso-Bojano, con circa 3.500€ mensili. Nomina chiaramente illegittima, che abbiamo prontamente segnalato all'Anac, perché in violazione delle norme di legge: non erano trascorsi due anni dall’ultimo giorno di consiliatura.

Nonostante ci si trovasse in pendenza di un procedimento di vigilanza, l'incarico è stato addirittura prorogato di altri sei mesi. A maggio 2021 arriva in Regione il pronunciamento definitivo dell'Anticorruzione che, smontando tutte le controdeduzioni fornite dalla Giunta, ha sancito l’inconferibilità dell’incarico assegnato e la conseguente nullità dell'atto di conferimento. Le prescrizioni dell'Anac, come da prassi, erano a carico del Responsabile regionale Anticorruzione, nonché capo Dipartimento. Ma nei mesi successivi non ci risulta che siano stati adottati i provvedimenti prescritti: nullità degli atti di nomina e sanzioni alla Giunta. 

A luglio, un paio di mesi dopo la dichiarazione dell'Anac, arrivano le dimissioni di Romagnuolo "per motivi personali", come a voler togliere le castagne dal fuoco a chi ha sempre una nomina pronta per lui. Ma, a nostro avviso, la potenziale responsabilità erariale e la nullità ‘ab origine’ dei contratti resta in piedi. 

Ancora una volta, per l’ex consigliere si sono aperte le porte girevoli: il 1° agosto (stavolta sì dopo due anni dall’ultimo giorno di consiliatura), è rientrato dal ‘finestrone’, assumendo l'incarico di consulente esperto del Commissario straordinario per la ricostruzione post sisma del 2018. Retribuzione: 4.000€ mensili, più rimborsi spese. È stato lo stesso Commissario Toma a nominarlo, con il recente Decreto n.7/2022, come ‘integrazione’ alla struttura di supporto, già istituita due anni fa con il Decreto n.1/2020 e già costituita da ben tre persone. 

È giusto ricordare allora, tanto a Toma che a Romagnuolo, che tra gli impegni del Commissario alla ricostruzione e della sua intera e corposa struttura di supporto, come espressamente specificato nel DL n.32/2019 (art. 9 comma 2 lettera e), c'è anche l'assistenza della popolazione basso molisana colpita dal terremoto. Si tratta di un centinaio di famiglie che, ad oggi, sono ancora fuori dalle proprie abitazioni e che, per assurdo, aspettano da circa un anno le mensilità dei contributi di autonoma sistemazione. L'ultimo mese coperto dai contributi è, infatti, agosto 2021.

 Questi fatti, messi insieme, restituiscono l’idea del centrodestra molisano: mentre la popolazione può attendere il riconoscimento di diritti sacrosanti, le nomine e gli stipendi, pagati con le stesse disponibilità finanziarie, sono sempre puntuali. Il pluri-commissario Toma, a questo punto, ci dica come intende continuare il pagamento degli oneri per l'autonoma sistemazione. Ci dica come e quando pensa di iniziare la ricostruzione degli edifici privati, perché da oltre due anni sono disponibili ben 39 milioni di euro, stanziati dal Governo. Risorse preziose, che non andrebbero utilizzate solo per pagare stipendi a discrezione del presidente». 

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