A 40 anni dalla visita del Papa: «Vogliamo viverla con una memoria ancora presente»

TERMOLI. Un momento all’insegna delle fede che si rinnova in una giornata particolare come quella di stamattina. Una serie di iniziative che sono state inaugurate nella Cattedrale di Termoli e che proseguiranno per tutta la settimana in ricordo della visita di Papa Giovanni Paolo II in città nel lontano 1983.
Per l’occasione la Cattedrale era gremita di fedeli, molti dei quali avevano ancora vivido il ricordo di quel giorno tanto lontano, per altri fedeli invece è stata la stessa devozione a San Giovanni Paolo II a spingerli ad assistere alla celebrazione della Santa Messa officiata dal monsignor Angelo Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa,
Presenti per l’occasione anche il sindaco Francesco Roberti, il vice sindaco Vincenzo Ferrazzano. Presente il vescovo, monsignor Gianfranco De Luca e il parroco della Cattedrale don Gabriele Mascilongo.
Proprio il monsignor Zani ai nostri microfoni ha ricordato quel giorno del 1983 ancora attuale: “Ho riletto l’Omelia che fece San Giovanni Paolo II e ci sono alcuni concetti che hanno un’attualità eccezionale leggendo la realtà in cui si viveva allora. La cultura del tempo come segnata dalla crisi della società senza padri. Il messaggio che può essere recuperato da quell’omelia è in primis la festa di San Giuseppe, che ci richiama la paternità data da Dio Padre ad un uomo, affinché fosse colui che attraverso l’amore paterno facesse sentire su questa terra il luogo dove il verbo poteva incarnarsi”.
Si è parlato dell’importanza della figura paterna, ieri come oggi. Il concetto della società senza Padri ci aiuta a leggere la realtà di oggi. Un concetto attuale, poiché questa crisi ricalca proprio i rapporti tra le generazioni, così come ci ha spiegato il monsignor Zani.
Come ha ricordato monsignor De Luca: “Il 19 marzo 1983 questa città ha conosciuto la gioia della visita di San Giovanni Paolo II e quella gioia vive ancora. Un abbraccio che dura nel tempo, un anniversario della sua venuta in mezzo a noi e non bisogna viverlo come una commemorazione di qualcosa che è passato. Vogliamo viverla con una memoria ancora presente, poiché cogliamo da quell’abbraccio il messaggio che è stato trasmesso: il primo si riferisce alla situazione sociale, il secondo messaggio invece riguardava la nostra società, definita una società senza padri”.
Quello di stamattina è stato solo il momento inaugurale di una settimana piena di momenti significativi e di riflessione. Partendo proprio dalla giornata del 19 marzo, che ci regala la memoria del nostro passato, omaggiando il padre di ciascuno di noi, uno dei legami più forti della nostra esistenza umana.