Villaggio Laudato Si', sfida di civiltà per rendere i disabili protagonisti della società

La prima pietra dom 26 marzo 2023
Attualità di Emanuele Bracone
1min
Villaggio Laudato Si': posa della prima pietra

TERMOLI. Una sfida generazionale, quella che viene lanciata con il Villaggio Laudato Si’, tra le proposte più innovative dell’episcopato di monsignor Gianfranco De Luca a Termoli.

Tra gli eventi simbolo del quarantennale della visita di Giovanni Paolo II, è un’opera che nelle sue varie declinazioni mira a cambiare il volto di una parte della città e soprattutto della sua comunità.

È stata simbolicamente posata questa mattina, domenica 26 marzo la prima pietra del futuro villaggio Laudato Sì, che sorge in via Sant’Elena non lontana dall’ospedale San Timoteo.


Una struttura che nascerà all’insegna della filosofia del “Dopo di noi”, ossia preoccupandosi di accogliere quelle persone diversamente abili che ora sono affidate alle cure delle proprie famiglie, ma che la diocesi di Termoli-Larino vuole trasformare in protagonisti della nostra società, cambiando i connotati di un pensiero comune, realizzando una trasformazione culturale sul territorio, anche attraverso il varo di un’associazione che si chiamerà allo stesso modo.


Ma sarà anche una sfida di carattere urbanistico, che ricucirà una porzione della città, come hanno sottolineato i progettisti Ernesto e Antonella Storto.

Ospite d’onore della cerimonia è stato il cardinale Giovanni Battista Re, artefice anche della nomina a vescovo di Gianfranco De Luca, ormai 17 anni fa.


Il presule era visibilmente commosso per la concretizzazione di un sogno, supportato dall’amministrazione comunale, col sindaco e buona parte di Giunta e maggioranza, frutto della significativa donazione di un privato cittadino e dal desiderio di prendersi cura con amore delle persone con disabilità, offrendo loro spazi e strutture in cui vivere serenamente nel rispetto del principio di autodeterminazione e di realizzare il proprio progetto di vita anche quando i loro genitori non ci saranno più.


La prima pietra benedetta dal Santo Padre è un'opera simbolica che racconta il senso del villaggio: fatta di gesso – materiale fragilissimo per ribadire il rispetto per la dignità e la bellezza di ogni persona, figlia di Dio – e posta tra le radici raccolte in un torrente che simboleggiano la società che non deve lasciar solo nessuno.

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