Lo spauracchio dell'erosione costiera, fenomeno in continua espansione

La battaglia ven 14 aprile 2023
Attualità di La Redazione
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L'erosione marina ©Termolionline
L'erosione marina ©Termolionline

TERMOLI. La battaglia a tutela del territorio costiera si arricchisce di un nuovo soggetto: il “Comitato spontaneo regionale a difesa del suolo e dell’ambiente” Credsa). Il primo intervento mette in guardia dal fenomeno delle erosioni sulla costa, dal Trigno al Fortore.

«In questo tratto di costa le forti mareggiate erosive dovute anche dalle opere portuali ampliate nel tempo, di Punta Penna e Termoli e le conseguenti e violenti mareggiate erosive sulle spiagge molto friabili, di terree piatte e anche mal difese. In questo lembo di costa dell’adriatico, proprio difronte al Molise, se fate caso su una qualunque cartina geografica del nostro stivale, vi appare da Punta Penna al Fortore (tratteggiate in verticale nella foto a corredo del pezzo), due ampi golfi, uno a sud di Vasto, molto marcato dal Trigno al promontorio termolese e l’altro da Termoli in giù fino al Fortore, molto accentuato a sud del promontorio di Termoli con al centro Rio Vivo e Campomarino Lido, territori martoriati (compreso il Delta della foce del Biferno).

Ogni qualvolta soffia il maestrale o il greco levante a poco risolvono i diversi frangiflutti usati nel tempo su queste fragili rive. Fenomeno dovuto innanzitutto da elementi naturali, derivanti da forti correnti marine alimentate dai forti venti dal nord, specie quelli di nord-est e quelli refusi dai Balcani, che violenti si imbattono sugli alti Appennini abruzzesi e che essi deviate si riversano sulla costa sud con più potenza si ricombattano verso la costa da Punta Penna giù, verso la valle del Trigno e da questo verso Termoli e Campomarino con al centro Rio Vivo e Campomarino lido e poi giù verso il fortore, con gravi fenomeni erosive negli indifesi citati golfi e come sempre nei secoli, erodendo la molisana friabile, sabbiosa e piatta costa, creando così danni erosivi agli ampi citati “golfi dal Trigno al Fortore”. 

Stiamo trattando un caso prettamente naturale e particolare. Basti ricordare che da nessuna parte sulla nostra costa adriatica esiste una situazione naturale del genere: In un tratto di circa 40 Km dei circa mille di costa adriatica, vi sboccano tre grandi bacini fluviali: il Trigno, Biferno e il Fortore, oltre a tre significativi torrenti il Saccione, il Sinarca e il Mergolo; nonché altri diversi valloni e rii. Tutti sfociano sul mare in territori piatti e sabbiosi, defluendo detriti leggeri che vengono poi allontanate e portate via dalle forti menzionate correnti marine, causando lo svuotamento delle foci degli stessi, che vengono poi dilanianti dalle fortissime mareggiate, creando delle vere e proprie delta fluviali dissestate sul territorio, deturpando il territorio, l’ambiente paesaggistico di tutta la nostra costa. 

Essendo questo un caso, di grande interesse generale e molto impattante che riguarda non solo la difesa di un territorio fortemente vocato ad attività economiche, ma anche alla sicurezza e l’incolumità dei tanti insediamenti economici e abitativi su tali territori rivieraschi menzionati. Nonché, la compromissione degli idrovori con gli annessi infrastrutture di bonifica locale a rischio di essere divelte, (vedi foto allegate); Tutte le attività del mare e vegetative adiacenti subiscono ripetuti danni causate dalle mareggiate e salsedine dai ripetuti violenti marosi, poi tra l’altro, (tutte dannosissime all’erario).

Ci sarà mai qualcuno dotato di una visione futuristica e con un adeguato spessore politico, coadiuvato da altrettanti esperti tecnici a prendersi, con dovuto coraggio, iniziative per porre fine a queste bizzarrie del mare nostrum a difesa del nostro tanto prezioso, piccolo, povero e disastrato aggredito territorio molisano? Riusciranno per primo i Comuni rivieraschi e altre Istituzioni locale dedite alla competenza di curare e difendere il nostro Territorio e relativo Ambiente paesaggistico e iniziare almeno a predisporre dei dovuti atti pubblici idonei per cominciare a studiare e a progettare una vera diga “foranea aperta” sulla costa, in particolare quei tratti maggiormente esposte del Molise, per una perpetua difesa della nostra piccola, minacciata costa?»

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