Dopo cinque anni e mezzo di attesa non decolla la ricostruzione post sisma, la palla a Roberti
BASSO MOLISE. L’auspicio è che si volti pagina, anche sul post sisma. Troppe le istanze rimaste disattese da parte delle comunità coinvolte nel processo di ricostruzione post sisma. Dall’agosto 2018 sono trascorsi ormai quasi cinque anni e mezzo e ci sono località, vedi Montecilfone e Acquaviva Collecroce, che non hanno ancora riavuto l’utilizzo di una chiesa, punto di riferimento della collettività, specie nei paesi dell’entroterra.
Del possibile avvicendamento tra l’ex commissario e già governatore Donato Toma si parlava già dallo scorso autunno.
Lo stato di emergenza era scaduto a fine anno, così come il mandato da commissario straordinario, mentre non c’erano state le tanto auspicate riaperture dei termini per domande di riparazione.
Ora con la nomina del nuovo commissario Francesco Roberti, i sindaci si aspettano un maggiore coinvolgimento nella fase decisionale, ma occorre anche fare sintesi al più presto sullo stato dell’arte.
La struttura commissariale dovrebbe ripartire da capo, ma innanzitutto bisognerà vedere quali saranno i primi atti, intanto, il primo cittadino che fa un po’ da regista della ricostruzione su base locale Giorgio Manes, anche presidente dell’Unione dei Comuni, ha commentato così la novità di ieri sera: «Aspettavamo questa nomina e a breve dovremmo assolutamente vederci con il nuovo commissario per fare il punto della situazione e accelerare tutte le pratiche che sono in essere».
Ricordiamo come il cratere sismico 2018 coinvolga 21 comuni, la gran parte nel basso Molise e che per la ricostruzione erano stati stanziati 39 milioni di euro, ovviamente non sufficienti a coprire tutte le spese di edifici privati, pubblici e attività produttive, ma occorre fare alla svelta, il dramma dello spopolamento e l’emergenza demografica, unita alle crisi tra pandemia e bolla dei rincari, sta dando il colpo di grazia a realtà che viaggiano sul filo del rasoio e nuove economie derivanti anche dal post sisma potrebbero essere l’ultimo baluardo.
I Comuni interessati sono: Montecilfone, Acquaviva Collecroce, Campomarino, Castelbottaccio, Castelmauro, Guardialfiera, Guglionesi, Larino, Lupara, Montefalcone nel Sannio, Montemitro, Montorio dei Frentani, Morrone del Sannio, Palata, Portocannone, Rotello, San Felice del Molise, San Giacomo degli Schiavoni, San Martino in Pensilis, Santa Croce di Magliano e Tavenna.