Giornata della pace a Termoli: l'impegno di tutti per costruire una società che accoglie
TERMOLI. In una realtà lacerata da guerre, violenza e inquietudini per il futuro, un forte desiderio di pace attraversa i nostri giorni e diventa un appello a tutti gli uomini di buona volontà ad impegnarsi a “farsi” artigiani di pace con lo sguardo rivolto all’oggi dell’umanità. Intelligenza artificiale e pace è il tema che Papa Francesco ci affida nella 57esima Giornata per la Pace richiamando ogni uomo, ogni donna, ogni famiglia e comunità a impegnarsi per costruire la pace. Ci ricorda che il rispetto e la dignità intrinseca in ogni persona, devono stare alla base dello sviluppo di nuove tecnologie e servire come criteri indiscutibili di valutazione prima del loro impiego, in modo che il progresso digitale possa avvenire nel rispetto della giustizia e contribuire alla causa della pace. L'ultima domenica di gennaio, come da tradizione nella diocesi di Termoli-Larino, si è svolta la Giornata per la Pace”, promossa dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali. Ad ospitare l’appuntamento per la Preghiera diocesana per la pace, è stata la Parrocchia Sant’Antonio di Termoli. La Preghiera è stata presieduta dal vescovo Gianfranco De Luca e l'iniziativa è stata ispirata dal messaggio di Papa Francesco per la 57esima Giornata della Pace. In tanti, provenienti da diversi centri del territorio, tra parrocchie, associazioni, gruppi e singoli hanno preso parte a un momento di riflessione significativa che ha formato un grande abbraccio in un contesto di accoglienza e gioia di stare insieme.
La presidente della Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali, Grazia Servillo, ha introdotto il percorso della preghiera indicando tre momenti che hanno condotto la riflessione dell’assemblea: l’uomo espressione dell’amore di Dio- la dignità umana intrinseca in ogni persona – diffondere la pace compito immenso, ma indispensabile. Ha inoltre sottolineato come non è solo l’urgenza del momento che chiede di pregare incessantemente per la pace, ma lo chiede la natura stessa dell’essere Chiesa. I cristiani sono il popolo a cui Gesù affida ogni giorno la costruzione della pace. Il vescovo monsignor Gianfranco De Luca, commentando la pagina del Vangelo di Marco, proposto domenica scorsa, 28 gennaio, ha fatto sue le parole della Pacem in Terris che chiede ad “ogni credente, in questo mondo, di essere una scintilla di luce, un centro di amore, un fermento vivificatore della massa”. Il Vescovo ha più volte ripetuto come è la costruzione della pace interiore, l’accoglienza del messaggio evangelico genera percorsi di pace e diventa segno visibile di bene per credenti e non credenti. Ed è proprio nel solco della pace interiore che genera percorsi di pace si è inserita la testimonianza di Franco DI Nucci. Franco Di Nucci, responsabile del Cec Santi Pietro e Paolo, della Comunità Papa Giovanni XXIII, la comunità che si occupa dell’accoglienza e del percorso rieducativo dei carcerati e delle persone sole. Franco ha raccontato la sua storia di disagio sociale e di delinquenza fino a diventare mercante di armi e a trasportare morte e dolore. In carcere incontra la Comunità Papa Giovanni XXIII e quindi incontra la fede! Questo incontro lo mette in un cammino di resurrezione e al riappropriarsi della propria umanità, a diventare luce per molti. Oggi Franco vive il suo impegno a servizio dei carcerati mettendo a disposizione la sua esperienza e la sua stessa vita.
L’iniziativa si è conclusa con un momento di adorazione della “Croce della Pace”, portata dai giovani, che in questi giorni è stata pellegrina in diocesi. Ai suoi piedi abbiamo deposto le sofferenze dell’umanità tutta per implorare il dono della pace.