Trentanove anni dopo: l'omaggio a Carlo Recchi e alla Gente di mare
TERMOLI. Da alcuni anni rendiamo omaggio anche noi, attraverso il gesto compiuto dai suoi cari, alla memoria di Carlo Recchi e a tutte le vittime del mare, deposta come ogni anniversario una corona sulla lapide che ricorda il sommozzatore, al porto di Termoli.
Il 2 febbraio di ogni anno per chi l’aveva nel cuore è sempre una giornata triste, anche se ricordarne la memoria, continua a farlo rivivere. Nel 1985, 39 anni fa, il sommozzatore Carlo Recchi scese con la sua muta e l’attrezzatura in profondità, per una ispezione a un peschereccio che era affondato in precedenza, e non riemerse più.
Una tragedia che colpì nel vivo l’allora mondo portuale, dove Carlo, generosissimo, era conosciuto da tutti. Purtroppo, nonostante le ricerche della Guardia costiera e della Marina militare il suo corpo non fu più trovato e in sua memoria è stata incastonata nel muro che costeggia il depuratore una lapide che lo commemora. «Nel ricordo di Carlo Recchi, amato dal mare ed amante del mare».
Dal primo anniversario, nel 1986, la lapide trova spazio sul muraglione del porto di Termoli.
In occasione della festività patronale di San Basso del 2018, patrono dei marinai e della gente di mare, com’era indelebilmente Carlo Recchi, la targa di marmo è stata ristrutturata, con l’apposizione di una sua foto a colori.
Questa la dedica: alle famiglie che hanno i loro cari dispersi nelle profondità degli abissi è dedicata questa corona di alloro. Nel ricordo di coloro che oggi non ci sono più
Il pensiero accomuna le tragedie Carlo Recchi, Fathi M' Baya, Mohamed Ben Abdelouadhed, Andrea Scotto di Santolo, Gerardo Mugnano, Matteo Casolino e i due colleghi di Molfetta periti assieme a Mugnano e Casolino, Pasquale Minervino e Giovanni Terlizzi.