«Pensare e agire per “una comunità si-cura”»

Per non dimenticare ven 01 marzo 2024
Attualità di La Redazione
2min
«Pensare e agire per “una comunità si-cura”» ©termolionline.it
«Pensare e agire per “una comunità si-cura”» ©termolionline.it

TERMOLI. Prosegue il percorso di “Una luce per”, spazio permanente e itinerante di incontri con la città, promosso da Faced con Città Invisibile in collaborazione con altre realtà locali, per discutere di grave emarginazione adulta e della condizione delle persone senza dimora.

Dopo la marcia del 29 dicembre per le vie del centro di Termoli, a un mese esatto dai tragici fatti pozzo dolce, e dopo la prima assemblea pubblica del 29 gennaio che si è tenuta presso i locali della parrocchia di sant’Antonio, terzo appuntamento presso i locali della parrocchia del Carmelo: occasione per proseguire il lavoro avviato nei due incontri precedenti.

Dopo una breve panoramica sul fenomeno del grave disagio adulto, con uno sguardo specifico sulla condizione delle persone senza dimora a Termoli, affrontate nel corso dell’assemblea le principali questioni emerse durante il primo incontro pubblico del 29 gennaio:

- come sensibilizzare altre persone al momento indifferenti alla problematica?

- Come fare per attivarsi in prima persona nel volontariato?

- Come progettare insieme tra gruppi, associazioni ed enti diversi? - - Come coinvolgere le istituzioni?

- Quali sono altre forme di povertà presenti nella nostra città e nel nostro territorio?

Durante l’iniziativa attiva una raccolta solidale (cibi e vestiario intimo) in favore delle persone senza dimora che abitano il nostro territorio.

«Da alcuni mesi a Termoli sta avvenendo qualcosa di semplice e straordinario nello stesso tempo. Un fatto di una straordinaria semplicità: centinaia di persone si stanno incontrando, in piazza, in strada e nelle assemblee pubbliche per discutere di grave emarginazione adulta, di (e con) persone senza dimora, di disagio abitativo ed altre sofferenze urbane.

Forse la forza del percorso “Una luce per …” sta proprio nei suoi tratti controintuitivi: un processo lento ma dinamico, partecipato, basato sull’ascolto, aperto all’incertezza e al contributo creativo di ognuna e ognuno; un processo permanente, itinerante, condiviso, che, nel suo farsi, si propone di sviluppare welfare di comunità laddove, nella società, sembrano predominare modelli di politiche sociali piuttosto prestazionali, manageriali, residuali e settorializzati.

Anche ieri più di cinquanta persone si sono ritrovate, in un pomeriggio piovoso, nei locali della Parrocchia del Carmelo per conoscere meglio che forma assume il fenomeno della grave emarginazione adulta nel nostro territorio: quante e chi sono le persone che vivono in strada, e quante quelle che rischiano di finirci; cosa poter fare, insieme, in rete, per attivarsi, progettare e rafforzare il sistema di protezione locale in loro favore; come sensibilizzare ancora e ancora, come coinvolgere in questo processo le istituzioni del territorio, come comprendere le altre forme di sofferenza sociale che si profilano all’orizzonte nella nostra città e nei nostri paesi.

Nei prossimi mesi sarà importante continuare ad aver cura del processo assembleare che, con “Una luce per …”, si è aperto, coinvolgendo e allargando, pensando insieme e collegandosi.

Il fine è di rimettere al centro del dibattito pubblico locale la questione dei diritti e della giustizia sociale, a partire dai bisogni delle fasce più marginalizzate della popolazione; di uscire dall’invisibilità, trasformando in senso più inclusivo e universalistico la nostra città e il nostro territorio».

Di pensare e agire per “una comunità si-cura”.

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