«Il decadimento della classe dirigente riguarda la società»
TERMOLI. Il secondo ciclo di incontri culturali e di formazione politica organizzato dal Comitato San Timoteo di Termoli, sta giungendo a termine.
Un evento di 12 tappe, partite il 25 novembre che termineranno sabato 9 marzo, grazie al presidente del comitato Nicola Felice, dal direttore Giovanni Giandomenico e dal collega Andrea Nasillo, per l’Ordine dei Giornalisti.
Obiettivo principe che gli organizzatori intendono raggiungere è quello di abbattere il muro di omertà sulla necessità di una preparazione adeguata a quanti desiderano o avvertono l’urgenza di impegnarsi in campo politico in senso ampio. Si è dell’avviso che non ci si improvvisa amministratori locali, responsabili di partito o candidati in liste elettorali, totalmente a digiuno dell’alfabeto della politica; tanti scoprono una specifica passione, si impegnano in iniziative momentanee, estemporanee, ma dietro una spinta emotiva ed occasionale. Per questo hanno bisogno di un sostegno solido e duraturo.
Sabato 24 febbraio è stata la volta del direttore dell’avvocatura regionale, l’avvocato Matteo Iacovelli che è intervenuto parlando di “enti locali oggi e in prospettiva".
Com’è cambiata la governance politica sul territorio?
«La tematica degli enti locali e la governance hanno avuto un cambiamento che risale a tanti anni fa. È stato un percorso lungo che è arrivato, poi, alla redazione del testo unico degli enti locali e si inserisce in una sorta di modernizzazione per l’Italia. Quanto si sia realizzato di questo, però, è difficile dirlo. Certamente c’è stato un grande passo avanti. Il discorso è diverso se uno vuole vedere i risultati concreti».
E per quanto riguarda il decadimento della classe dirigente, l’avvocato Iacovelli non ha dubbi, “Il decadimento è qualcosa che riguarda la società. La classe dirigente è espressione della democrazia della società. Chi ci rappresenta, rappresenta noi stessi. Nel momento in cui ci sono riduzioni di attenzione sulla scuola, sulla famiglia rispetto ai figli, e una disaffezione sui beni della collettività, c’è un decadimento anche da parte di questi beni, di questi servizi, Un problema del tipo culturale più che politico. Le riforme più semplici sarebbero quelle di considerare ciò che effettivamente è utile e necessario”.