Autonomia differenziata, sempre più ampio il dibattito
TERMOLI. Ieri sera, venerdì 1° marzo, presso il circolo Sant'Antonio di Termoli, si è svolto il primo incontro di un interessante ciclo di conferenze dal titolo "Abitare il nostro tempo", organizzato dalla consulta diocesana delle aggregazioni laicali della Diocesi di Termoli.
Il tema di estrema attualità, trattato, dal relatore il professor Marco Olivetti, è stato quello l'Autonomia Differenzia. Olivetti è un noto giurista e professore ordinario di Diritto Costituzionale presso la Lumsa di Roma. Moderatore dell’evento, Fabrizio Occhionero, giornalista, addetto stampa del Centro Pastorale per la Comunicazione della Diocesi. Il presidente Grazia Servillo, della Consulta diocesana per le aggregazioni laicali, ha aperto i lavori.
Nel suo intervento ha sottolineato che l'iniziativa, condivisa dal vescovo Gianfranco De Luca, nasce dalla volontà di provare a "ragionare" insieme, su argomenti che coinvolgono quotidianamente la nostra società. Con spirito di servizio, viene offerto questo progetto alla comunità che quali credenti sono chiamati ad essere parte attiva nel fare fronte alle sfide del nostro tempo. Ha concluso l'intervento prendendo spunto da una citazione del sociologo Giuseppe De Rita: "noi non vogliamo attraversare la storia da sonnambuli ma da protagonisti". Il professor Olivetti ha illustrato, con estrema chiarezza, lo stato dell'arte e i riferimenti storici e normativi sul Ddl n. 615 (della 19^ legislatura) in materia di Autonomia differenziata, approvato il 24 gennaio scorso dal Senato e il cui testo è in discussione alla Camera dei Deputati.
L'autonomia differenziata già è presente nella nostra Costituzione dal 2001, introdotta con la legge costituzionale n.3/2001 che ha apportato le modifiche al Titolo V della Costituzione, in materia di Legislazione concorrente. Nel 1990 con le leggi Bassanini si introduce una prima modifica a livelli di Autonomia delle Regioni. Come riporta anche il sito della Camerata dei Deputati (temi dell'attività' parlamentare della 17^ Legislatura): "Il tema del riconoscimento di forme e condizioni particolari di autonomia per le Regioni ordinarie, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, si è imposto al centro del dibattito sul rapporto tra Stato e Regioni dopo l'esito non confermativo del referendum sulla riforma costituzionale, anche a seguito delle iniziative intraprese nel corso del 2017 dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. L'articolo 116, terzo comma, della Costituzione prevede la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario (c.d. "regionalismo differenziato" o "regionalismo asimmetrico", in quanto consente ad alcune Regioni di dotarsi di poteri diversi dalle altre), ferme restando le particolari forme di cui godono le Regioni a statuto speciale (art. 116, primo comma)".
Il Professore Olivetti ha aggiunto che "l'ambito delle materie nelle quali possono essere riconosciute tali forme ulteriori di autonomia alle Regioni sono 23 e le funzioni circa 500". Il meccanismo opera all'interno di un sistema si garanzia costituzionali. Tutto ciò che viene trasferito dalla Stato alle regioni e è frutto di negoziato e il trasferimento delle funzioni avviene all'interno di una cornice di garanzia bene precisa. La legge ha un tempo di dieci anni poi sarà oggetto di rinegoziazione. Le Regioni possono chiedere che una competenza dello Stato venga trasferita alla Regioni ma devono dimostrare di avere le competenze e capacità di poter gestire il servizio solo allora vengo assicurati i fondi per il funzionamento dallo Stato. Se le regioni non richiedono tale autonomia, le funzioni continuano ad essere esercitate dallo Stato.
A termine della relazione e tra le domande poste dal moderatore Fabio Occhionero, il professore Olivetti ha precisato che "ai fini dell'attribuzione dell'autonomia, le regioni devono garantire i livelli essenziali di prestazioni, ossia standard minimi di servizi che nell'ambito dell'autonomia differenziata vanno garantite". È seguita una la tavola rotonda, dove i cittadini si sono dimostrati molto interessati e alcuni preoccupati per questo nuovo disegno di legge ancora in discussione. Infatti tra le maggiori preoccupazioni, emerse dagli interventi, sono in particolare i riflessi che la riforma possa apportare in materia di Sanità e nella ripartizione delle risorse dallo Stato alle Regioni.
L’incontro voluto dal Vescovo e dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, ci ha permesso, ancora una volta, di riflettere su tematiche importanti che investono la vita quotidiana e il futuro di ciascuno di noi. Il prossimo incontro è in programma venerdì 15 marzo per dibattere sul tema “Per quale Europa impegnarsi- è possibile sognare un’Europa dei Popoli?”, relatore Marco Iasevoli – vice direttore di Avvenire. Tutti gli incontri si terranno presso l’auditorium Sant'Antonio di Termoli alle ore 18. Giuseppe Alabastro.