La gente va già in spiaggia, gli imprenditori balneari scenderanno in piazza
TERMOLI. Primavera sempre più vicina, non solo climaticamente, ma anche come equinozio, visto che dista ormai soltanto 5 giorni. Intanto, approfittando del bel tempo, c’è chi già si è premurato di trascorrere ore liete sulla spiaggia, sfruttando anche i lavori di livellamento che avevamo anticipato ieri, ma la stagione si preannuncia caldissima, sotto diversi fronti.
Gli imprenditori balneari passano ancora una volta ai fatti. Dopo aver proclamato lo stato di agitazione, aver richiesto due volte il diretto intervento del premier Giorgia Meloni, l’11 aprile prossimo scenderanno di nuovo in piazza per protestare. A loro dire è urgente una nuova legge di tutela della balneazione attrezzata italiana, «L'inerzia e i ritardi dello stato nazionale ci costringono alla mobilitazione».
«Come è noto dall'inizio della nuova Legislatura chiediamo al Governo e al Parlamento di emanare una legge di tutela delle aziende attualmente operanti e di un modello di balneazione di successo fiore all'occhiello del "Made in Italy". Inutilmente! L'assenza di atti concreti ed efficaci ha creato una situazione caotica per gli Enti concedenti e pericolosa per il settore del turismo balneare. Purtroppo non possiamo permetterci di aspettare ancora. Non c'è più tempo! I comuni stanno partendo per le gare applicando in modo ognuno diverso e disparato la cosiddetta direttiva Bolkestein. Alcuni le hanno già indette con gli esiti prevedibili sotto gli occhi di tutti. Nessuna spiaggia libera in più. Nessuna tariffa più conveniente per gli utenti. Solo si toglie l'azienda a chi l'ha realizzata per regalarla al grande capitale. La vicenda di Jesolo sta lì a dimostrarlo. Siamo quindi costretti alla mobilitazione di piazza. L'11 aprile si torna a Roma. Coi sindaci di tutti i comuni rivieraschi. Non contro il Governo ma per sollecitare le Istituzioni nazionali a legiferare con urgenza. Per superare il caos amministrativo e mettere in sicurezza un importante settore economico di questo Paese. Per salvare lavoro e aziende. Per salvaguardare un modello di balneazione attrezzata che il Mondo ci invidia. E ora: tutti a Roma!», anche dal Molise.