Decoro, dignità e sacrificio, il fulgido esempio di Giulio Rivera

PER NON DIMENTICARE sab 16 marzo 2024
Attualità di Alberta Zulli
2min
Decoro, dignità e sacrificio, il fulgido esempio di Giulio Rivera ©Termolionline.it
Decoro, dignità e sacrificio, il fulgido esempio di Giulio Rivera ©Termolionline.it
Il ricordo di Giulio Rivera a 46 anni dalla strage di via Fani

GUGLIONESI. 46 anni e il ricordo è vivo non solo nei guglionesani ma in tutti i molisani. Chiunque si ricorda perfettamente dove si trovava in quel lontano 16 marzo 1978, quando arrivò la notizia del rapimento dell’onorevole Aldo Moro e dell’uccisione della sua scorta. 


E in quella scorta, Guglionesi pianse l’agente della Polizia di Stato, Giulio Rivera. Il più giovane, aveva solo 24 anni.

Quel 16 marzo, fu l'inizio dei 55 giorni più lunghi della nostra storia: il corpo dello statista verrà fatto ritrovare nel bagagliaio di un'auto in via Caetani. 

Guglionesi ha pianto e si è stretta attorno alla famiglia Rivera, così come 46 anni fa si strinse attorno alla mamma Esperina che si è vista strappare un figlio troppo giovane, troppo buono che, composta si è presentata al primo processo contro i brigatisti nel 1982. 

Un dolore che piombò come un fulmine a ciel sereno nelle case, non solo italiane, ma soprattutto guglionesane. Perché Giulio era «solare, allegro, sempre pronto a far festa». 


Sono tanti i giornali che parlano della strage di via Fani, un attentato nel cuore dello Stato. 

«Venerdì 17 marzo 1978: Guglionesi inconsolabile», l’allora giornale “Il Tempo” intitola così uno dei tanti articoli di cronaca nera dedicati alla pagina più brutta dei famosi “anni di piombo”.

Anni di piombo e guerra fredda, crisi economica e stretta energetica. Se guardiamo indietro, a quel 1978, il contesto è quasi identico, manca per fortuna la lotta delle Brigate Rosse allo Stato. 

Ricordare Giulio Rivera significa ricordare chi, come lui, ha messo il bene dell’altro prima di sé stesso. 

C’è un filo di commozione nelle parole del commissario prefettizio, la dottoressa Patrizia Perrino che, alla sua prima uscita pubblica per il comune di Guglionesi, ha ricordato la figura di Rivera e il sacrificio di quel giovane che, insieme agli altri membri della scorta, sono morti per la libertà, per la democrazia.

L’assassinio di Rivera, all’epoca appena ventiquattrenne, rimarrà sempre una pagina dolorosa nella storia della comunità guglionesana: in paese è stata intitolata alla sua memoria una piazza, e lo scorso anno anche l’istituto omnicomprensivo, mentre a Campobasso porta il suo nome l’Accademia di Polizia, in segno di riconoscenza per il sacrificio del giovane agente bassomolisano caduto nell’adempimento del suo dovere. 

L’avvicinarsi della data della ricorrenza per la famiglia Rivera porta con sé dolori e ricordi.

Nel cimitero di Guglionesi, nella mattinata del 16 marzo, ci sono stati minuti di raccoglimento e preghiera in onore di questo giovane poliziotto, una piccola ma significativa funzione nella quale sono state deposti dei mazzi di fiori. 

Presenti il commissario prefettizio Patrizia Perrino, i parenti dell’agente Rivera, la polizia di Stato di Campobasso e il direttore della scuola allievi “Rivera”, i Carabinieri della stazione di Guglionesi, il comandante della Polizia locale di Guglionesi, il parroco don Stefano Chimisso, il cappellano della polizia di stato di Campobasso e i rappresentanti dell’associazione nazionale di Polizia.

Presenti anche l'ex sindaco di Guglionesi Mario Bellotti e l'ex assessore dell'amministrazione Tomei, Marco Basler.

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