Successo per il trekking a cavallo lungo le sponde del lago di Occhito

mer 03 aprile 2024

Da Colletorto a Macchia Valfortore, in ricordo di Bonifaco Di Iusto: numerosi i cavalieri giunti da ogni parte d’Italia.

Attualità di La Redazione
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Successo per il trekking a cavallo lungo le sponde del lago di Occhito ©Termolionline.it
Successo per il trekking a cavallo lungo le sponde del lago di Occhito ©Termolionline.it
Successo per il trekking a cavallo lungo le sponde del lago di Occhito

COLLETORTO. Novanta cavalieri, come si vede dal magnifico reportage, in rappresentanza di tanti gruppi equestri provenienti dal Molise e da varie regioni d’Italia per celebrare il Primo Memorial in ricordo di Bonifacio Di Iusto scomparso circa un anno fa. Chi lo ha conosciuto non è mancato all’appuntamento lungo le sponde del lago di Occhito. Personaggio di spicco del mondo equestre molisano, ha dedicato la sua vita alla valorizzazione delle vie tratturali molisane. Rendendosi sempre disponibile, a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso, ha sempre fatto sentire la sua voce. 

Per far conoscere a cavallo un Molise inedito, dalle tante risorse, legate alle esperienze della transumanza, che tra l’altro praticava in prima persona. Bonifacio De Iusto, fondatore dei Cavalieri del Tratturo, presidente dell’associazione, imprenditore agricolo e titolare dell’agriturismo Hors’es Ranch di Macchia Valfortore, era indubbiamente una persona attenta al paesaggio, esperto dei tratturi e della cultura legata alla civiltà dei pastori e delle pecore. Dai Monti del Matese e dell’Alto Molise fino alla distesa della piana della Capitanata ai piedi del Gargano, conosceva come le sue tasche l’intreccio dei tratturelli, le grandi arterie rurali e le vie transumanti più nascoste e sconosciute su quella strada che oggi è conosciuta come Via Micaelica. Ci teneva tanto al mondo di questo caratteristico paesaggio. Puntualmente amava presentarlo a chi si occupava di territorio, agli studiosi, agli esperti e ai gruppi di cavalieri provenienti da fuori per mettere all’attenzione pubblica la realtà dei piccoli borghi, con le loro chiesette e le loro taverne diroccate da recuperare. Unitamente alle risorse, in definitiva, di un patrimonio di cultura immateriale di inestimabile valore che raccoglie i colori e il senso della vita umana di ieri proveniente dalla terra. Il suo motto era appunto incuriosire. Emozionare. E lo faceva spontaneamente. Era impegnato a coinvolgere più gente possibile per diffondere la pratica delle attività equestri su queste vie millenarie, che, in Molise, in molti tratti, sono rimaste intatte e riservano delle sorprese inaspettate fino alle terre garganiche. In tanti ricordano la sua presenza e la sua figura carismatica presso l’area di sosta della Madonna del Ponte di San Paolo Civitate. 

Una tappa obbligata dopo aver lasciato alle spalle le ultime colline molisane e le terre di Santa Croce di Magliano. Tra resti di una civiltà passata, cavalli e cavalieri, curiosi delle associazioni che intervenivano per far sentire lo spirito di accoglienza, appassionati provenienti dalla Campania, dal Lazio, dal Piemonte, dalla Toscana e dal Trentino Alto Adige, Bonifacio faceva sentire tutto il suo amore per questo mondo vitale e ricco di sorprese di vita e di sapere. Intratteneva tutti piacevolmente fino a tarda notte in una narrazione senza fine. Da questo presidio tratturale dalle antiche radici di epoca romana ripartiva poi con tutti i cavalieri, portando in trionfo su un carro la statua di San Pio alla volta di San Giovanni Rotondo, per seguire la Messa e ricevere a cavallo la singolare benedizione. La gioia dello spirito ripagava la fatica del viaggio. Un pellegrinaggio di fede che continua ancora fino ai tratti tratturali più impervi che toccano dall’alto San Giovanni. Ieri come oggi si continua a fare grazie agli altri gruppi che lo ricordano, in particolare grazie soprattutto a Paolo Santoianni, alla Federazione del Turismo Equestre Molisana e ai Cavalieri Angioini Roberto de Firmitate della Scuderia di Laura De Girolamo. Il trekking a cavallo da Colletorto lungo le sponde del lago ha, come spesso accade, riservato non poche curiosità. Nonostante il forte vento.

Le piste tra la vasta macchia di oasi mediterranea sono da scoprire. Regalano delle emozioni di vita singolari che senza dubbio stimolano ancora di più l’amore e la passione per l’avventura, gli scambi e l’arte del cavalcare. In questo spaccato di antica memoria resistono le vecchie dimore rurali, le umili masserie abbandonate e un paesaggio dove la flora cresce spontanea. In definitiva un percorso a contatto con la natura che oggi profuma di fiori e di verde. Infiamma senz’altro la voglia di proseguire nel lungo viaggio. In particolare quando si giunge alla base delle grotte arenarie del paese di Macchia, arroccato tra graziose chiese rurali sulla valle, con l’imponente palazzo dei Gambacorta, che hanno segnato, a cavallo, un bel periodo della storia di Napoli, ricco di avventure. «Un’esperienza emozionante - precisa Paolo Santoianni nel ricordare il suo amico più caro - nei luoghi dove appunto Bonifacio De Iusto, a distanza di poco tempo, ancora oggi fa sentire la sua presenza e il suo amore per questo magnifico territorio».

Luigi Pizzuto

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