Medicina e oncologia, le testimonianze di luminari e medici dell'Oms

Focus gio 04 aprile 2024
Attualità di La Redazione
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L'intervento della dottoressa Raffaella Casolino ©Termolionline.it
L'intervento della dottoressa Raffaella Casolino ©Termolionline.it

PORTOCANNONE. "La medicina come ricerca, informazione e prevenzione. Contesto e prospettive territoriali" è il titolo dell'incontro che si è svolto ieri sera, presso la sala consiliare del comune di Portocannone, dalle ore 18.

Un incontro che ha visto la presenza di medici illustri come la dottoressa Raffaella Casolino oncologa dell'Organizzazione mondiale della sanità, le cui indubbie doti professionali e l’ottima propensione nella ricerca oncologica stanno dando lustro alla comunità natia e motivo di grande soddisfazione all’amministrazione comunale.

Un evento che si è aperto coi saluti del sindaco, Francesco Gallo. Presenti diversi relatori, il dottor Giordano Beretta, direttore dell'unità operativa complessa di Oncologia medica dell'ospedale di Pescara; il dottor Alberto Montano, in rappresentanza del distretto Asrem di Termoli; il dottor Giovanni Fabrizio, già direttore Uoc di Chirurgia dell'Asrem e presidente onorario della Lilt di Campobasso; il consigliere regionale del Molise Roberto Di Pardo, presidente della Prima commissione consiliare di Palazzo D'Aimmo, moderati dall'assessore alle Politiche sociali del Comune di Portocannone, Valentina Flocco.

Interessante e utile convegno sulla medicina come prevenzione nelle patologie oncologiche.  

In particolare, spicca il curriculum del dottor Giordano Beretta, milanese, lunga e luminosa carriera tra Milano, Bergamo e Brescia. Vero e proprio “monumento” dell’oncologia italiana e internazionale, dal 2010 per piu' di 10 anni è stato Responsabile del reparto di Oncologia Medica del Policlinico Humanitas Gavazzeni di Bergamo, ha ricoperto la carica di presidente dell'associazione Italiana Oncologia Medica dal 2019 al 2021, nonché di Presidente della Fondazione Aiom (2021-2023).

Hanno preso la parola il dottor Alberto Montano, cardiologo, medico esperto in medicina del sonno, dirigente responsabile dei poliambulatori del distretto sanitario di Termoli, il dott. Giovanni Fabrizio, già Direttore Unita’ Operativa Complessa di Chirurgia dell’Asrem, attualmente presidente onorario LILT Campobasso, il Consigliere regionale Roberto di Pardo, Presidente I Commissione consiliare Regione Molise. 

I prestigiosi ospiti, inquadrata la situazione attuale dei risultati della ricerca sulle malattie oncologiche in Italia, hanno richiamato, in particolare il Beretta e il dottor Fabrizio, con forza l’attenzione su l’importanza della prevenzione, evidenziando quanto i tassi di nuovi casi siano influenzati da una più massiccia adesione agli screening e alle indagini su individui asintomatici in genere. Si è parlato di medicina di comunità e di territorialità delle cure con il dottor Montano, auspicandosi, insieme al consigliere Di Pardo un sempre maggiore impegno, anche a livello legislativo e certamente programmatico, per potenziamento della sanità molisana.

Queste le parole della dottoressa Casolino: «Il cancro è ancora una delle malattie piu’ insidiose della nostra società ma i progressi in campo medico scientifico, assieme all’ottimizzazione dei percorsi clinico assistenziali, ci hanno consentito di migliorare di molto la sopravvivenza dei pazienti che si trovano ad affrontare questa malattia. 

La sconfitta del cancro tuttavia è ancora lontana. Bisogna lavorare su piu’ fronti ed è necessario uno sforzo collettivo enorme per accelerare il progresso scientifico, da una parte, e per far sì che ogni paziente, indipendentemente dal ceto sociale, possibilità economiche, livello di scolarizzazione, e luogo di residenza, possa avere accesso alle migliori cure possibili, dall’altra. 

Innanzitutto dobbiamo migliorare nella prevenzione primaria, ovvero mettere in atto tutti quei comportamenti che possono ridurre al minimo il rischio di ammalarsi di cancro. L’ Agenzia di Ricerca del Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (International Agency for Research and Cancer) ha stimato che circa il 40% dei tumori puo’ essere evitato correggendo gli stili di vita, ovvero evitando il fumo di sigaretta e l’alcool, eseguendo attività fisica regolare, e seguendo un’alimentazione sana (per esempio, la nostra dieta mediterranea, cercando il piu’ possibile di mangiare i prodotti della nostra terra). 

Bisogna aumentare l’adesione agli screening oncologici, che consentono di individuare la malattia in fasi iniziali quando le possibilità di guarigione sono molto elevate. Questi sono: la mammografia per il tumore al seno, il sangue occulto fecale (seguito da colonscopia se positivo) per il tumore del colon retto, e l’HPV test (ricerca del papilloma virus) per il tumore della cervice uterina. La popolazione deve essere adeguatamente informata sull’importanza dello screening per far sì che l’invito a partecipare a queste indagini gratuite venga recepito positivamente (di solito distribuito in base alle diverse fasce d’età per cui lo screening è indicato). Qui entrano in gioco i medici di medicina generale e le associazioni come Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – Lilt il cui primario compito istituzionale primario è diffondere la "cultura della prevenzione" (primaria, secondaria e terziaria) come metodo di vita. Alla LILT dobbiamo davvero molto. Dobbiamo anche imparare a comunicare meglio con i media, cercando di far arrivare un’informazione chiara e corretta alle persone. I media hanno un potere enorme di influenzare l’opinione pubblica ma sta a noi professionisti comunicare le informazioni nella maniera piu’ semplice e chiara possibile. Dobbiamo inoltre rafforzare le connessioni con regioni vicine, fare rete, per potenziare le possibilità di imparare a vicenda. I trattamenti li abbiamo, a partire dalla chirurgia, radioterapia, e trattamenti farmacologici (dalla chemioterapia a quelli piu’ innovativi come immunoterapia e terapie a bersaglio molecolare) e ci consentono di aumentare la sopravvivenza e a migliorare la qualità di vita. Ma le disparità di accesso alle cure tra le diverse regioni sono ancora sostanziali. 

C’è davvero tanto da fare e di certo medici, pazienti e associazioni - da soli - non possono riuscire in questa difficile impresa. C’è bisogno di un serio impegno politico ed attenzione da parte dei nostri amministratori. Possiamo avere a disposizione le migliori strategie di prevenzione, diagnosi e cura ma se la popolazione non ha accesso ai servizi sanitari per ragioni politiche, abbiamo fallito tutti. Come società e come umanità. La salute è un diritto inalienabile, non un optional. In questo momento sto lavorando proprio a questo presso l’Oms. Per individuare strategie per garantire l’accesso alla prevenzione e cura oncologica, gratuita e di qualità, a tutte le persone. In Molise abbiamo la fortuna di avere dei medici eccellenti, da medici di base a medici ospedalieri.

Pensiamo al nostro Nicola D’Addario, medico di medicina generale di Portocannone per anni, che è uno dei piu’ bravi clinici che io abbia mai incontrato. Durante la mia esperienza all’Ospedale Cardarelli di Campobasso nel 2021, ho lavorato con colleghi davvero eccezionali, niente da invidiare alle piu’ prestigiose cliniche universitarie italiane. Ho anche avuto modo di interagire con colleghi eccellenti del San Timoteo di Termoli, per questioni professionali e familiari. Ma i medici da soli non bastano. Bisogna metterli nelle condizioni di poter svolgere il loro lavoro in maniera adeguata. Ricordiamoci inoltre che i medici non sono macchine, sono persone. Non accaniamoci contro di loro ma elogiamoli e ringraziamoli per tutto quello che fanno quotidianamente per aiutarci, nonostante le difficoltà del caso. Sono sicura che nella nostra regione le possibilità per migliorare ci sono, le potenzialità sono tante, bisogna solo trovare le strategie adeguate. All’Oms diciamo che tutto in salute pubblica parte dalla “political will” ovvero dalla volontà politica. E’ quella frase che diciamo circa cento volte al giorno per far capire agli Stati che la medicina da sola non basta. I cambiamenti importanti si fanno partendo da una forte volontà politica e costante impegno. E’ un duro compito per i nostri amministratori, a loro auguro di cuore buon lavoro».

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