Abbraccio sincero in spiaggia tra gli "Amici di Penna"
TERMOLI. Rinsaldare un legame storico di amicizia ultraquarantennale, riscoprire il contatto reale e lo stupore di vivere emozioni sincere e non solo virtuali, valorizzare il territorio e la città di Termoli.
Quanti obiettivi raggiunti nel segno dell’accoglienza, del divertimento, dell’aggregazione, non disdegnando nemmeno la conoscenza di luoghi che nel corso dei secoli sono stati parte importante dell’evoluzione costiera.
“Amici di penna”, il progetto lanciato nell’istituto comprensivo di Osteria di Montelabbate dall’insegnante di origini termolesi Antonella D’Aloisio, che avendo dall’altra parte la collega dell’istituto comprensivo Schweitzer Gabriella Staniscia, con cui è cresciuta assieme in riva all’Adriatico, ha promosso uno scambio epistolare classico, poi sfociato in conoscenza digitale e ieri, finalmente, in un abbraccio reale, su una spiaggia di Sant’Antonio quanto mai affollata nel secondo sabato di aprile.
Nemmeno il vento che soffiava in modo quasi fastidioso ha fiaccato la voglia di stare assieme, al sole, godendosi comunque delle temperature tardo primaverili o quasi estive.
Scolari marchigiani, della provincia di Pesaro-Urbino, assieme a docenti e genitori, all’arrivo a Termoli hanno avuto modo di visitare le bellezze del borgo, la Termoli sotterranea e la Cattedrale, grazie ai volontari dell’associazione Pietrangolare, prima di incontrare lungo la passeggiata dei trabucchi i loro “Amici di Penna”.
Una esperienza entusiasmante, che si spera possa essere foriera di sodalizi capaci di consolidarsi negli anni a venire e perché no anche di esperienze ulteriori, magari a parti invertite.
Il progetto
Nell’epoca di Internet, i nativi digitali instaurano rapporti ed amicizie con i loro coetanei alla velocità di un clic. Eppure per noi “Immigrati digitali”, come ama definirci Mark Prensky, noi che siamo stati costretti a migrare dalla società analogica a quella digitale, tutto questo è assurdo. Non vediamo di buon occhio questo mondo legato ad amicizie virtuali, ai social. Non perdiamo tempo a criticare questa gioventù dai polpastrelli ingrossati a forza di pigiare continui “Like”. Per non parlare dei genitori, che troppo spesso rifilano loro cellulari e tablet per tenerli occupati e “toglierseli dai piedi”. Vogliamo parlare della scuola? Troppi PC! Troppa tecnologia! Dove andremo a finire!
Ma è proprio vero? Ma davvero è questo il quadro della nostra società giovanile e non? Forse. Eppure c’è qualcosa dentro di noi che ci fa desiderare altro, che ci fa “incuriosire” difronte agli altri, che ci fa chiedere rapporti veri, quelli dove gli sguardi si incontrano e non solo dietro uno schermo, dove si parla per raccontare di sé e dove si ascolta per conoscere chi fa esperienze diverse dalle nostre. Un messaggio WhatsApp non basta. È un desiderio ancestrale. Insomma la tecnologia non basta, non ci basta! C’è bisogno di altro. Ce lo hanno dimostrato i bambini della 5^ D e 5^ F dell’istituto comprensivo Schweitzer che l’anno scorso hanno chiesto di poter conoscere dei bambini di un’altra città, per far amicizia con bambini con esperienze e storie diverse dalle loro. Le loro insegnanti hanno subito accolto questo desiderio come una possibilità di crescita.
E per quella rete di rapporti, simile ad una ragnatela che solo le maestre sanno tessere, tale da far invidia ai migliori ragni dell’Asia sud orientale, questo desiderio si è potuto realizzare. Le insegnanti di Termoli hanno contattato delle insegnanti delle 5^ A e 5^ B di Osteria di Montelabbate, in provincia di Pesaro Urbino e così è nato un gemellaggio epistolare lungo ben due anni. Ma i bambini chiedono sempre di più, lo sappiamo e quindi si sono conosciuti via meet, ma neanche questo è bastato perché hanno chiesto di poter giocare insieme, e abbracciarsi e guardarsi negli occhi. Per questo i genitori di Osteria Nuova hanno organizzato una giornata di incontro a Termoli, tutto questo per rispondere a quel desiderio così vero, così genuino dei loro bambini che hanno dimostrato di possedere un’intelligenza sentimentale che i luoghi comuni non ci fanno mai riconoscere.