“Castellerc’è” e il tuffo nella biodiversità nel basso Molise
PALATA. Mercoledì scorso, 22 maggio, in agro del Comune di Palata, si è svolta la celebrazione della Giornata mondiale della Biodiversità, promossa dall’Associazione culturale “Castellerc’è”.
Istituita nel 2000 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per commemorare l’adozione del testo della Convenzione per la Diversità Biologica (Conventiom on Biological Diversity-CBD), avvenuta il 22 maggio 1992 a Nairobi, questa festa ha lo scopo di informare i cittadini sul valore e l’importanza della biodiversità per la vita di tutte le specie.
Dopo i saluti del Presidente dell’Associazione, Luigia Scarlato, del Maresciallo Zotti, appartenente al Gruppo Carabinieri Forestali di Petacciato, i Carabinieri della Biodiversità di Isernia hanno donato all’associazione l’Albero di Falcone, fulcro del Progetto Nazionale “Un albero per il futuro”, promosso dal Ministero della Transizione Ecologica.
A seguire, l’intervento del Direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Termoli Larino, Giuseppe Mammarella che ha sottolineato l’appartenenza dell’area de qua all’antica Diocesi di Guardialfiera.
Alle 10.30 circa ha avito inizio la passeggiata naturalistica: gli studenti dell’istituto Comprensivo “A. Ricciardi” di Palata, guidati dal Dott. Dario Ciaramella, ricercatore botanico presso Unimol, dalla Dott.ssa Federica Compagnone, dottoranda presso Unimol, dall’ esperto in mineralogia Nicola Petrella, dal Dott. Nicola Norante, ornitologo, hanno visitato l’area sita alla Contrada Castellerce, ricadente nel Sito di Interesse Comunitario “Calanchi Pisciarello -Macchia Manes” e nella Zona Protezione Speciale “Lago di Guardialfiera-Foce del Biferno”, passando dalla macchia mediterranea del colle omonimo ai calanchi.
A seguire il field-food curato da aziende molisane.
Cinque minuti di inaspettata pioggia battente non hanno fermato la prosecuzione dell’evento nel pomeriggio.
Molto interessanti gli interventi di Stefano Ferro, responsabile commerciale dell’azienda BioEsperia Srl, sull’agricoltura sostenibile; del dottor Michele Tanno, stimatissimo agronomo, il cui certosino lavoro di ricerca ha condotto al recupero di almeno sessanta varietà di mele autoctone del Molise; di Simone Gentile, responsabile del meleto biologico dell’Azienda “Melise” di Castel del Giudice; della prof.ssa Paola Di Giannantonio, che ha sottolineato l’importanza dei cereali presso i Sanniti che vi dedicavano altari all’interno dell’ hurz, il recinto sacro; di Dionisio Cofelice, orgoglioso mugnaio di Matrice, che ha incantato i presenti con l’arte della macinazione a pietra.
Pino Aprile, giornalista e scrittore, autore del best seller “Terroni”, ha tirato le fila con l’enfasi di sempre: le forze migliori devono necessariamente unirsi per custodire e valorizzare le risorse di questa terra meravigliosa.