Taglio dei costi ed ottimizzazione dei servizi: altri obiettivi della sanità molisana

Diamo i numeri mer 12 giugno 2024
Attualità di La Redazione
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Ingresso ospedale San Timoteo ©Termolionline
Ingresso ospedale San Timoteo ©Termolionline

CAMPOBASSO. Una stretta collaborazione tra sindaci, Struttura Commissariale, Regione Molise ad ASReM per ridisegnare una sanità efficiente, che garantisca assistenza e sicurezza delle cure. Questa la strada da percorrere per trovare soluzioni idonee e risolvere le principali criticità del settore, a partire dalla rimodulazione del 118. Un confronto costruttivo, quello di stamane alla sala della Costituzione della Provincia di Campobasso, in occasione della Conferenza dei Sindaci, presieduta da Daniele Saia. 

Dunque, particolare attenzione rivolta alla riorganizzazione della emergenza-urgenza sul territorio. 

Le criticità sono ormai note e sono le stesse che affliggono tutta Italia: c’è forte carenza di medici e nonostante i continui bandi dell’Azienda Sanitaria molisana c’è difficoltà nel reperirli. 

Di conseguenza bisogna, almeno per il momento, ottimizzare le risorse umane disponibili, partendo da una dettagliata analisi del servizio in regione. A tal proposito, la Struttura Commissariale ha passato in rassegna una serie di dati. Una fotografia dello stato del 118 in Molise. Nelle parole del sub commissario, Ulisse Di Giacomo l’osservazione tecnica e statistica dell’attività del servizio di emergenza urgenza elaborata della Direzione Salute della Regione Molise e da cui sono emerse delle inefficienze in relazione al parametro dei tempi allarme-target troppi lunghi e sulla attribuzione dei codici che appaiono rispondenti alle reali criticità finali solo nel 30% dei casi, contribuendo ad un utilizzo a volte abnorme del servizio, impegnando mezzi di soccorso e personale per missioni non necessarie.

Il benessere delle comunità, tuttavia, resta un obiettivo. 

A rimarcalo, ancora una volta, è stato il direttore dell’ASReM, Giovanni Di Santo che nel suo intervento si è soffermato sulla necessità di avere dai dati fruibili e veritieri per porre in essere strategie che portino a dei risultati importanti. Motivo per cui la Direzione dell’Azienda Sanitaria, ha da subito lavorato sul controllo di gestione per definire un valido modello organizzato della sanità molisana. Di qui il riferimento al numero dei dirigenti medici dell’emergenza-urgenza attualmente operativi: 39, di cui uno assente per lunga malattia, su circa 96 previsti dalla pianta organica. 

Professionisti che garantiscono la copertura di 9 postazioni (Campobasso, Bojano, Trivento, Sant’Elia a Pianisi, Termoli, Larino, Isernia, Venafro ed Agnone) grazie all’orario aggiuntivo. Le altre sono le c.d. India, con a disposizione infermiere esperto, soccorritore e autista. Questo, però non deve allarmare i cittadini. Ci sono sanitari che hanno una notevole esperienza e pari dignità a quella dei medici, seppur con competenze diverse. Gli stessi infermieri possono somministrare, in caso di urgenza, farmaci salvavita, concertandosi nel contempo con le centrali operative.  

E proprio nella consapevolezza che ogni vita va salvata e tenuta in giusta considerazione sono diverse le strategie che ASReM, Struttura Commissariale e Direzione Salute della Regione Molise stanno cercando di attuare. 

Intanto, si sta valutando di coinvolgere nella emergenza urgenza i medici di medicina generale e di continuità assistenziale, quanto meno per drenare i flussi di pazienti destinati al pronto soccorso, occupandosi dei codici bianchi e verdi. Si sta considerando il passaggio dei professionisti del 118 dal convenzionato alle dipendenze, immaginando di assegnare delle indennità per essere maggiormente attrattivi. In dirittura d’arrivo le procedure per l’avvio del corso di idoneità alla emergenza urgenza. 

Poi la rivisitazione dei punti di primo intervento sui minori e la spinta verso la telemedicina. 

Su tutto, il 118 dovrà essere funzionale. 

Oggi la spesa è notevole ma il servizio non è adeguato. 

Il presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, sul punto è stato chiaro, tenendo conto sia dei dettami di Roma che, più in generale, di quella che dovrà essere la sanità in regione. Una sanità ingegneristica, seria, che non dovrà avere doppioni, che dovrà cominciare a ragionare su una mobilità attiva piuttosto che passiva contando su grandi eccellenze professionali. Inutile, quindi, rincorrere ipotetici modelli, la mentalità della sanità in Molise va cambiata, rassicurando i cittadini ed offrendo una qualità sempre maggiore delle prestazioni. 

E perché questo accada, le Istituzioni coinvolte stanno facendo di tutto. L’ASReM ha avviato delle convenzioni con altre realtà ospedaliere per continuare a mantenere in vita la neonatologia e la pediatria del P.O. Cardarelli di Campobasso. 

Si stanno poi integrando l’assistenza ed i servizi socio sanitari: i posti letto contrattualizzati sono passati da 237 del 2023 a 350 del 2024 con attivazione di nuovi 68 posti letto nel Distretto Sanitario di Campobasso di cui 40 in regime di RSA e 28 in regime di Residenza Sanitaria Protetta, che hanno consentito di riequilibrare il fabbisogno assistenziale territoriale attualmente carente. 

Il potenziamento ha riguardato anche i Distretti di Termoli ed Isernia. Sono stati avviati più concorsi per direttore di U.O.C. In un solo mese e mezzo ne sono stati espletati 5. Tra questi quelli per la medicina interna, la chirurgia e la ginecologia a Termoli che garantiranno al territorio professionisti di spicco e che andranno ad aggiungersi alle altre eccellenze presenti in Molise. Perché di medici bravi ce ne sono. A testimoniarlo il commissario alla sanità Marco Bonamico, che da Roma si è sottoposto ad un delicato intervento a Campobasso. Insomma, la sanità d’eccellenza si sta costruendo. E di questo i sindaci presenti all’incontro, e che in più occasioni sono intervenuti, ne hanno preso coscienza, confidando in un continuo e proficuo dialogo con i vertici della sanità molisana. Del resto, il Molise, con l’integrazione tra pubblico e privato ed il supporto dell’Unimol, potrebbe davvero diventare un laboratorio di sanità. Per il presidente della Conferenza dei sindaci, Saia, “un modello per altre regioni”.

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