«Difendiamo il territorio di Palata e del basso Molise»
PALATA. Giovedì prossimo, 18 luglio, dalle 19, in piazza San Rocco a Palata assemblea pubblica per parlare in modo chiaro ed oggettivo degli scenari che si prospettano per il territorio palatese e molisano in merito ai progetti agrivoltaici e ovivoltaici che interessano centinaia di ettari di terreni agricoli di Palata e del basso Molise.
«L'uso della nostra Terra sarà destinato in modo abnorme alla produzione di energia da fonti rinnovabili sacrificando anche i migliori terreni agricoli.
Esiste un'alternativa? Di che numeri parliamo?
Potrebbe essere il colpo di grazia per l'economia agricola e turistica molisana?
Anche tralasciando il problema futuro della bonifica e smaltimento dei pannelli a fine vita, come potranno mai essere “ripristinate” le aree soggette a tali interventi, dopo aver denudato e compattato il suolo di versanti e crinali?
Perché gli amministratori regionali non si sono opposti fermamente in difesa del territorio basso molisano e della sua vocazione agricola e turistica e paesaggistica?
Perché non si sono proposti progetti energetici alternativi, davvero ecologici e verdi?
Le tendenze allo spopolamento potrebbero accentuarsi?
Queste solo alcune domande che sorgono spontanee, ma che rimangono senza risposta, nel silenzio inquietante della politica, mentre l’ intero basso Molise viene aggredito in nome di una transizione energetica che nulla ha di ecologico e che calpesta i diritti, faticosamente conquistati in decenni, riguardo alla protezione della natura, al benessere delle comunità e alla salute dei territori, alla promozione del turismo in territori ricchi di biodiversità naturale che spettano anch’essi di diritto al futuro delle nuove generazioni.
Ne parliamo con i docenti universitari dell’Unimol Rossano Pazzagli, Luigi Mastronardi e Nicoletta Radatta del Comitato Salvaguardia del Territorio oltre al sindaco di Palata Maria Di Lena, consiglieri regionali, amministratori locali e rappresentanti delle associazioni ambientaliste e di categoria».