«Pensare e progettare una città più inclusiva per emarginati e fragili»
TERMOLI. Piazzale Sant’Alfonso, Chiesa Gesù Crocifisso. Nella serata di venerdì si è tenuto un nuovo incontro del percorso itinerante di sensibilizzazione e attivazione comunitaria “Una luce per … una comunità si-cura”. Il tema posto al centro del dibattito all’assemblea è stato quello relativo alla grave emarginazione adulta e la condizione delle persone senza fissa dimora o senza dimora che abitano a Termoli.
Gli organizzatori dell’incontro, l’Associazione “La Città invisibile” hanno in animo di “pensare e progettare una città più inclusiva per i più fragili ed emarginati,…poter avere una città più vivibile e accogliente anche per tutti gli abitanti. Spazi pubblici di socialità e incontro, una politica organica per la casa, servizi diffusi e disponibili tutto l’anno (non concentrati in una stagione): pensate che bello sarebbe! “.
L’dea di questo progetto nasce da un triste evento accaduto a Termoli il 29 novembre 2023, quando un incendio sviluppatosi presso l’ex chiosco di Pozzo Dolce, ha avvolto nelle fiamme una persona. La struttura, progettata negli anni ottanta, un tempo utilizzata come bar, era divenuta nel tempo, rifugio per senza fissa dimora, che per fatti ancora in corsa di accertamento, è stato luogo dove un clochard (“un invisibile”) ha tragicamente perso la vita. Fatti che devono sicuramente interessare tutti ma in particolare le Istituzioni che devono promuovere delle Politiche Sociali sicuramente più attente alla condizione degli esseri umani ed in particolare delle persone che vivono uno stato di forte indigenza.
Speriamo che la nuova Amministrazione Comunale, tenga in giusta considerazione, oltre gli appelli degli organizzatori dell’evento anche il rapporto Istat 2022 sulle nuove povertà: “nel 2022 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3% del totale da 7,7% nel 2021) e oltre 5,6 milioni di individui (9,7% in crescita dal 9,1% dell’anno precedente). Questo peggioramento è imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell’inflazione”. Una condizione questa che a seguito degli scenari internazionali, la recessione, la crisi per l’approvvigionamento energetico rende la società ancora più vulnerabile con possibili aumenti delle nuove povertà, nei vari continenti, in diversi paesi d’Europa, in Italia e soprattutto nel nostro meridione.
Situazione che viene riporta ancora più dettagliata nel rapporto povertà del 2023 della Caritas Italiana ci fornisce dati allarmanti, infatti nel testo: “Tutto da Perdere Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia 2023”, si legge: “Sono tanti i dati che appaiono in peggioramento: vivono in situazione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie. Sono 5,6 milioni di individui, quasi un abitante su dieci. Ma il dato che suscita maggiore scandalo - e al quale abbiamo dedicato un intero capitolo del Rapporto - è quello relativo ai bambini e agli adolescenti: nel 2022 vive in condizioni di povertà il 13,4% dei minorenni.” Anche questo documento ci fornisce cifre e dati allarmanti che dimostrano che le nuove povertà sono ancora in continua crescita.
Roberto De Lena, operatore sociale impegnato da anni nel terso settore a Termoli, ha raccontato la sua esperienza diretta: “davanti a questi fatti sentivamo il bisogno di raccontare questo fenomeno alla città a tutti perché interessa 30 / 35 persone che abitano Termoli”. L’associazione afferma inoltre “È per questo che la battaglia per e con le persone senza dimora è una battaglia che ci riguarda tutti e tutte, perché è una battaglia per il presente e il futuro del territorio, è una battaglia per costruire un NOI finalmente inclusivo, e vivere meglio!”.
L’assemblea molto partecipata, ha visto l’intervento introduttivo di don Sergio Carafa, Collaboratore Pastorale della Parrocchia “Gesù Crocifisso”, molto sensibile alle tematiche sociali e alle problematiche giovanili a Termoli. Don Sergio ha accolto molto calorosamente tutti i partecipanti all’assemblea e presentato gli organizzatori dell’incontro. Ha seguito Roberto De Lena che ha fornito un quadro abbastanza dettagliato delle realtà della “Città Invisibile” che vive Termoli, e ha fornito una mappa a cura della FaCeD ETS di Termoli (Associazione Famiglie contro l’emarginazione e la droga, opera dal 1991), dove ha illustrato e consegnato ai presenti una copia della “Mappatura dei servizi del territorio di Termoli per il contrasto alla grave emarginazione adulta”.
Nel corso dell’incontro sono emersi vari aspetti a cui hanno fornito contributi di idee anche i rappresentanti della Caritas Diocesana.
Nel dibattito sono intervenuti numerosi cittadini, il dato che ha lasciato perplessi un po’ tutti e che Termoli ha un B&B ogni 80 abitanti (più che a Napoli), questo secondo le informazioni fornite dagli organizzatori si riflette non poco su la disponibilità abitativa in città, infatti: “Termoli in questo periodo vede decine di migliaia di arrivi e presenze turistiche. Persone che arrivano e alloggiano facilmente in una delle centinaia di strutture ricettive in città, usufruendo di tutti i servizi disponibili. Contemporaneamente, dall'altra parte, centinaia di abitanti, studenti, lavoratori e lavoratrici, famiglie, devono lasciare i loro appartamenti da maggio fino a settembre. Dal nostro piccolo osservatorio dal basso abbiamo già incontrato diverse persone che in questi mesi sono finite in strada o in situazioni inadeguate e precarie, o hanno dovuto lasciare un lavoro a Termoli per trasferirsi in un paese a km di distanza, perché non hanno trovato un alloggio alternativo a quello da cui sono state sfrattate, o perché semplicemente cercano, cercano, e non trovano nulla. Sicuramente le situazioni di questo tipo sono molto più numerose di quelle che abbiamo intercettato finora noi e gli altri servizi sul territorio”.
Tra i gli interventi fatti è stato suggerito di coinvolgere il nuovo sindaco Nico Balice, l’assessore alle Politiche Sociali Mariella Vaino e tutta l’amministrazione comunale, da poco insediata.
Altri che hanno preso la parola hanno citato come esempio la scelta del sindaco di Barcellona fatta per la carenza abitativa, riportata in dal Il Sole 24 ORE in un articolo del 21 giugno scorso: «A partire dal 2029, a Barcellona non ci saranno appartamenti turistici così come li conosciamo oggi», hanno affermato quando sostenuto dal sindaco socialista Jaume Collboni che ha annunciato un piano per politiche. Il motivo di questa scelta, che può apparire radicale ma anche giustificata, è che Barcellona sta vivendo, da anni, una delle più gravi crisi abitative del mondo. Soltanto negli ultimi dodici mesi, gli affitti sarebbero saliti del 14 per cento”. Un elemento che hanno condiviso tutti e attivarsi e fare rete, rete tra tutti i cittadini, tra le parrocchie, tra le associazioni, unirsi in rete con le Istituzioni.
Durante l’assemblea pubblica è stato allestito uno spazio in cui è stato possibile partecipare alla raccolta solidale in favore delle persone più in difficoltà che si rivolgono ai servizi del territorio. I beni raccolti sono prodotti per l’igiene e vestiario.
La parola d’ordine dell’incontro che sembra essere maturata è “FARE” anche perché tutti gli intervenuti hanno raggiunto la consapevolezza che “Così non possiamo andare avanti”. I cittadini non intendono trascurare minimamente il problema e molti sono stati i cittadini che hanno chiesto di poter essere più partecipi, collaborare attivamente. Nei prossimi giorni seguiranno altre assemblee pubbliche anche in preparazione del prossimo incontro cittadino che si intende realizzare a novembre ad un anno dal triste evento.
In fine riportiamo una citazione di Paulo Reglus Neves Freire (Recife, 19 settembre 1921 – San Paolo, 2 maggio 1997 è stato un pedagogista brasiliano e un importante teorico dell'educazione) riportata in quarto di copertina della mappatura consegnata in assemblea che ben sintetizza l’incontro della serata: “Agli straccioni nel mondo e a coloro che in essi si riconoscono, e così riconoscendosi con loro soffrono, ma soprattutto lottano”.
Giuseppe Alabastro