Ludopatia e dipendenze, prevenzione senza confini con la Casa dei diritti
ROMA-TERMOLI. Le dipendenze nell’era tecnologica e globalizzata, è questo il titolo dell’incontro che si è tenuto sabato 5 ottobre nella Capitale, a Roma, al quale ha partecipato come relatrice l’avvocato Laura Venittelli, presidente dell’associazione Konsumer Molise.
L’evento patrocinato dalla Regione Lazio, da Roma assessorato alle politiche sociali e salute, dal comune di Castelnuovo di Porto, è stato organizzato dall’associazione Provida Ets.
Presenti al tavolo tecnico, oltre alla Venittelli, Valentina Diaconale giornalista de L’Opinione, Maura Ianni psicoanalista e docente presso l’università di Tor Vergata, il giudice Rosanna Ferraro, Vincenzo De Blasi presidente associazione Fortuna Aps, Francesco Castracane educatore professionale dell’università Tor Vergata, Roberto Giuliano consigliere Corecom Lazio e presidente Sidi e don Michael Romero dell’associazione Nuova Oari, direttore della pastorale della salute della diocesi di Albano.
Nel suo intervento, la Venittelli ha parlato del servizio messo in piedi dalla Casa dei diritti, a partire dal numero verde al quale rispondono, tutti i giorni, i ragazzi del servizio civile.
«Dalle telefonate che arrivano, anche di notte- ha sostenuto la Venittelli- ci siamo accorti che le fasce di età sono ampie. Non ci sono solo persone della terza età, ma ad oggi la fascia d’età più critica è quella che va dai 30 ai 45 anni».
Non sempre sono i diretti interessati a interloquire con i ragazzi del servizio civile, spesso sono le famiglie, qualcuno che vuole “salvarli” dal baratro delle dipendenze. Non appena si risponde al telefono, dall’altra parte del filo la voce esclama “Ho toccato il fondo, potete aiutarmi, mi sono giocato tutto”.
Con questa domanda che è stata da input, la Venittelli ha aperto un’associazione dei commercialisti cattolici con una serie di organismi di composizione, proprio per dare un contributo concreto.
Durante il suo intervento ha parlato anche di due casi che durante questo periodo l’hanno più colpita, due telefonate, una dalla Sardegna e una di un avvocato.
Questa persona della Sardegna si è giocato tutto, a chiamare il numero verde è stata la sorella che ha raccontato della perdita di 50mila euro e un sacco di debiti. Per avere capitale, comprava le auto e poi le rivendeva perché la finanziaria non pagava.
Cinque punti d’ascolto in cinque regioni d’Italia, con il punto fisico del numero verde rimane la sede di Termoli
«Anche questa occasione serve per lanciare un messaggio: cerchiamo di trovare sempre più contatti per creare partenariati. Per creare reti di supporto psicologico che possano aiutarci e aiutare chi ne ha bisogno»