Rete della Sinistra e altre forze politiche allargano il fronte del "No a Piantedosi"
TERMOLI. Si allarga il fronte contro la presenza del ministro dell'Interno, Matteo Pianteodosi all'inaugurazione dell'anno accademico all'UniMol.
«Termoli Bene Comune-Rete della Sinistra aderisce convintamente all’appello che già tanti cittadini, gruppi e associazioni hanno sottoscritto per invitare a disertare la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2024-2025 dell’Università del Molise, il 30 ottobre prossimo.
Riteniamo assolutamente inappropriato l’invito al Ministro Piantedosi,e intendiamo in maniera non violenta ma decisa dimostrare la nostra totale disapprovazione per questa presenza, che porta nei luoghi della formazione e del libero apprendimento, di per se stessi simbolo del confronto e del dissenso, un ministro che incarna attualmente l’idea totalmente opposta di un pensiero a senso unico, fondato sulla repressione di qualunque diversa convinzione.
Restiamo convinti che solo la diversità e il dissenso facciano crescere la democrazia, così come l’inclusione e la vicinanza agli ultimi e ai migranti. Fin dall’inizio l’attività del Ministro è andata in direzione contraria, e il recente decreto 1660, attualmente in discussione al Senato, mette una pietra tombale su qualunque possibilità di esprimere un’opinione contraria a quella governativa, addirittura anche in forma di resistenza passiva.
Assistiamo dunque alla negazione dei principi costituzionali che hanno fatto crescere il nostro paese in libertà dopo l’orrore della dittatura fascista e della guerra. Reprimere e criminalizzare il dissenso è stato sempre e dovunque il primo passo verso l’instaurazione di regimi autoritari.
Siamo preoccupati per questa deriva e rivendichiamo il diritto costituzionalmente riconosciuto ad avere idee diverse, a manifestarle pacificamente, a riunirci, a discutere, a protestare, a cercare di costruire per i nostri giovani e insieme a loro un mondo il più possibile plurale,inclusivo, diversificato e libero.
Scuole e università sono i luoghi deputati a perseguire questo ideale, dove dunque non c’è posto per chi concepisce l’ordine imposto da manganelli, idranti, intimidazione e uso arbitrario della forza come mezzi legittimi di intervento.
Siamo sicuri che docenti e studenti dell’Unimol percepiranno la stridente contraddizione incarnata dalla presenza del Ministro dell’Interno nel giorno in cui si apre un nuovo anno di studio e libero confronto di idee e condivideranno il dissenso di tanti cittadini e associazioni della nostra regione».
Dello stesso avviso il partito Europa Verde-Verdi Molise.
«Il Partito Europa Verde – Verdi Molise esprime viva preoccupazione per la deriva autoritaria del governo Meloni; se il dissenso, che pure rientra nelle libertà di pensiero e di manifestazione tutelati dalla nostra Costituzione, si affronta con la repressione, si manifesta la precisa volontà politica di radicalizzare lo scontro sociale alzandone il livello.
Il governo Meloni si pone al di sopra di tutto e mortifica le libertà sancite dalla Costituzione e da decine di Carte internazionali; Europa Verde - Verdi Molise rimarca la propria distanza da queste scelte repressive ed antidemocratiche, restando fermamente ed incondizionatamente sempre dalla parte dei diritti e dei più deboli.
La scelta dell’Unimol di dare visibilità al ministro Matteo Piantedosi rende questo quadro ancora più allarmante perché tale “invito”, pur ammantato di “istituzionalità” quanto si vuole, sancisce di fatto che una istituzione autorevole, che si basa addirittura su una autonomia statutaria, sceglie di dare spazio e diritto di cittadinanza a idee e modi di rappresentarle e concretizzarle che evocano scenari di deriva democratica.
La risposta del Governo Meloni alla crisi sociale del Paese è il carcere per chi manifesta per difendere i propri diritti o per portare all'attenzione dei cittadini e dell'opinione pubblica, con manifestazioni pacifiche, situazioni drammatiche in cui vivono lavoratori, famiglie, studenti e persone in difficoltà.
In uno Stato democratico il dissenso non si reprime!
Il DDL Sicurezza1 rivela nel suo complesso e nelle singole norme una matrice autoritaristica e, sostanzialmente, populista e profondamente illiberale che vìola i principi di ragionevolezza, di uguaglianza, di proporzionalità e di offensività.
1 DDL AC 1660-A recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, tutela del personale in servizio nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario”
E' un ulteriore bavaglio per chi vuole denunciare ingiustizie sociali, ambientali ed ecologiche!
Per tutto questo, Europa Verde Molise aderisce all’appello di non partecipare all’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università del Molise il prossimo 30 ottobre già sottoscritto da decine di cittadini e cittadine, da personalità del mondo accademico, civile e politico».
Così anche il partito di Rifondazione comunista.
«Rifondazione Comunista aderisce all’appello di invito a disertare l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli Studi del Molise alla presenza di Matteo Piantedosi
Il Ministro Piantedosi, invitato dall’Unimol per l’inaugurazione dell’anno accademico è il principale fautore del ddl 1660, una legge fascistissima, tipica dei regimi autoritari e di Polizia, che ha lo scopo di zittire il popolo.
Con un solo provvedimento vengono introdotti 24 tra nuovi reati, aggravanti e inasprimenti di pene. Emblematica la norma che gli ecoattivisti di Ultima Generazione hanno definito “anti-Gandhi”. Una tradizionale forma di lotta nonviolenta come il blocco stradale e ferroviario, tipica delle vertenze operaie e comunitarie, da illecito amministrativo viene trasformata in reato penale punibile con il carcere da sei mesi a due anni
Attivisti, studenti, lavoratori, sono tutti nel mirino del ministro Piantedosi che intende punire chi si oppone o chiede condizioni di vita e di lavoro migliori. Quando si tratta di reprimere le lotte sociali il governo Meloni dimostra tutta la sua compattezza, nuovi reati e inasprimento delle pene per chi si oppone a fronte della cancellazione dei reati messi in atto dai colletti bianchi contro la pubblica amministrazione.
Le norme repressive di questo governo hanno tutte il segno dell’autoritarismo funzionale a un’idea di Paese e della società che viene delineato nei progetti di autonomia differenziata e premierato
Ci attendono anni di tagli della spesa sociale e di guerre. Per questo vogliono criminalizzare la protesta sociale. È un errore pensare che queste norme liberticide riguardino solo piccole minoranze. Stanno riducendo le libertà democratiche di tutte e tutti».